GROSSETO – Sono trascorsi quasi 70 anni da quando il paese ha scelto la forma di governo democratica, «ci sono linee di continuità tra l’Italia di ora e quell’Italia che scelse la repubblica. che scelse la Repubblica». Una cerimonia sobria, così come chiedono i tempi e come indicato dal Presidente Napolitano, ma non per questo meno partecipata quella del 2 giugno, una festa che gli italiani continuano a sentire nonostante il tempo trascorso. Quello di 70 anni fa era un paese «stremato e arretrato, che però seppe svilupparsi e crescere, da un punto di vista sociale e infrastrutturale – prosegue il prefetto Marco Valentini – non era solo la democrazia il caposaldo della scelta repubblicana, ma la passione civile, l’amore per il paese la capacità di imporsi obiettivi alti per il perseguimento del bene comune».
Il prefetto, che ha aperto il suo discorso salutando le operaie della Mabro schierate in piazza, sul sagrato del Duomo, ha parlato della realtà economica in cui ci troviamo a vivere «si fatica a ritrovare la fiducia, ci scuote la possibilità che la crisi economica si trasformi in crisi dei valori. È necessario innovare e cambiare, questa è stata la chiave di volta in passato: i cittadini e soprattutto le istituzioni devono saper attuare la cultura del cambiamento. La priorità è risolvere i problemi e garantire i diritti. Etica disciplina e onore: perché le nuove generazioni devono trovare l’orgoglio di appartenere a un grande paese».
Dopo l’alzabandiera il prefetto ha poi consegnato le onorificenze al merito e le medaglie d’onore ai deportati nei lagher.
Questo il discorso del Presidente della repubblica letto dal Prefetto prima delle celebrazioni:
“Rivolgo a voi tutti un cordiale saluto ed augurio per l’anniversario della nascita della nostra Repubblica. Lo celebriamo nel modo più sobrio, riducendo all’essenziale lo stesso omaggio che non può mancare alle forze armate che servono con onore, anche lontano dal paese, la bandiera nazionale e – con l’apporto del volontariato civile – la causa della solidarietà insieme con quella della sicurezza”. Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è rivolto agli italiani nel tradizionale messaggio in occasione della Festa Nazionale della Repubblica. ”E’ giusto che in questa giornata del 2 giugno – ha aggiunto il Capo dello Stato – l’Italia dia di sé un’immagine di dignità, di consapevolezza, di volontà costruttiva. Viviamo con profonda preoccupazione il protrarsi e l’aggravarsi della recessione, la crisi diffusa, in molti casi drammatica, delle imprese e del lavoro. Ma diciamo a noi stessi, come all’Europa e al mondo, che a queste difficoltà non ci pieghiamo, che vi reagiamo convinti di poterle superare. Purché scatti uno sforzo straordinario di mobilitazione operosa e di coesione sociale, e insieme un impegno efficace e convergente di governo e Parlamento. E in effetti, ci si sta, in queste settimane, muovendo seriamente in direzioni nuove anche in Europa, dove ormai si impone all’ordine del giorno come problema numero uno quello del creare occasioni e prospettive di lavoro per vaste masse di giovani che ne sono privi”. ”In questo senso, per la crescita e l’occupazione non meno che per il risanamento finanziario, ognuno – ha sottolineato il Presidente Napolitano – deve fare la sua parte, perché è decisivo l’apporto di tutti. Vedete, se tocca ancora a me rivolgervi quest’anno il messaggio per il 2 giugno, è perché ho accettato – sollecitato da molte parti – l’onore e il peso di una rielezione a Presidente. Ma ho compiuto questo gesto di responsabilità verso il paese, confidando che le forze politiche, a cominciare da quelle maggiori, sappiano mostrarsi a loro volta responsabili. E il primo banco di prova sta nel discutere e confrontarsi tra loro liberamente ma con realismo e senso del limite, senza mettere a rischio la stabilità politica e istituzionale, in una fase così delicata della vita nazionale”. ”E quindi – ha aggiunto il Capo dello Stato – vigilerò perché non si scivoli di nuovo verso opposte forzature e rigidità e verso l’inconcludenza, né per quel che riguarda scelte urgenti e vitali di politica economica e sociale, né per quel che riguarda la legge elettorale e riforme istituzionali più che mai necessarie. Occorre recuperare fiducia nella politica e nelle istituzioni, dando risposte concrete soprattutto ai molti tra voi che vivono momenti duri e penosi e sono in allarme per il presente e per il futuro. Ad essi mi sento e resterò vicino”. ”Di qui al 2 giugno del prossimo anno, l’Italia – ha concluso il Presidente Napolitano – dovrà essersi data una prospettiva nuova, più serena e sicura. Andiamo avanti con coraggio per potervi riuscire. Ancora un augurio. Viva la Repubblica!”
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