FIRENZE – Sostenere l’accesso delle donne nel mercato del lavoro, ridurre le disparità di genere. E’ questo l’obiettivo di un avviso pubblico della Regione Toscana che stanzia un totale di 2,4 milioni di euro per assegnare “buoni servizio” , utilizzabili presso servizi educativi per la prima infanzia accreditati e convenzionati con le amministrazioni comunali.
I buoni potranno essere spesi a partire dal prossimo settembre e per tutto l’anno educativo 2013/2014, cioè fino al luglio 2014 e ciascuna madre assegnataria potrà beneficiare fino a un massimo di 250 euro mensili. “E’ un modo concreto per affermare principi generali ma troppo spesso dimenticati – dice la vicepresidente della Regione Toscana e assessore all’istruzione – e per aiutare le madri toscane nei loro progetti per conciliare vita familiare e vita lavorativa”.
Sono i Comuni, singoli o associati, a dover presentare alla Regione specifici “progetti di conciliazione”, e sono le donne, residenti in quei Comuni, a essere destinatarie delle risorse. Per Comuni interessati si intendono quelli nei quali sono presenti liste di attesa per i servizi comunali all’infanzia, ma possono farsi avanti anche Comuni dove i servizi per la prima infanzia non abbiano titolarità comunale. In questa ipotesi il Comune dovrà seguire un iter specifico: adottare un avviso comunale rivolto a donne residenti con bambini in età utile e, in seguito, redigere una apposita graduatoria in base a determinati criteri.
Le donne destinatarie dei “buoni servizio” dovranno essere madri di bambini in età utile per la frequenza dei servizi alla prima infanzia (3-36 mesi), avere figli in lista di attesa per i servizi a titolarità comunale oppure, nel caso di Comuni privi di questi servizi pubblici, interessate a iscrivere e far frequentare i propri figli in un servizio accreditato. Le madri non devono beneficiare di altri rimborsi o sovvenzioni economiche erogate allo stesso titolo.
I Comuni hanno tempo fino al 18 giugno per inviare alla Regione Toscana (Settore infanzia) una specifica “manifestazione di interesse”. Avranno poi tempo fino al successivo 26 luglio per far pervenire una prima documentazione mentre entro il 4 ottobre 2013 dovranno inviare la documentazione completa. La Regione può concedere, ai Comuni, anticipi di risorse fino al 60% del contributo assegnato.
“In questo momento di grande difficoltà per tantissime famiglie toscane – aggiunge Stella Targetti – in tutta la regione si continua a registrare un calo delle iscrizioni ai nidi: non abbiamo ancora dati precisi perché le iscrizioni 2013/2014 sono ancora aperte, ma la tendenza è chiara ed è dovuta alla crisi economica e occupazionale. Ci sono madri e padri, a volte entrambi, che non lavorano o sono in cassa integrazione e quindi spendere almeno 400 euro per il nido diventa un’impresa. Questi nostri buoni non risolvono certo la situazione ma possono essere un aiuto importante”.