SCARLINO – «Come scarlinesi ci interessano molto gli sviluppi in prospettiva occupazionale del porto Marina di Scarlino e, per prima cosa, osserviamo che, della quarantina delle prospettate “nuove” unità coinvolte in questa iniziativa molte non saranno affatto nuove». Interviene così Michele Marchiani, della Rinascita di Scarlino, che continua «Parte di questa forza lavoro sarà costituita dai vecchi dipendenti messi in cassa integrazione dalla società del porto la quale, ricordiamo, al momento delle assunzioni ci risulta avesse goduto di consistenti finanziamenti CEE per i patti territoriali (ci è stata indicata una cifra di finanziamento prossima ai 4,5 mln di euro)».
«Invitiamo, per quel che riguarda la selezione dei rimanenti – prosegue Marchiani – di avere un occhio di riguardo per i locali, giovani scarlinesi, che sono in questa difficile fase privi di impiego e di grandi prospettive oltreché delle modeste garanzie economiche che invece i vecchi dipendenti portuali (ai quali è attribuita una comprensibile precedenza) hanno. Riteniamo che sia giusto dare delle garanzie a chi era già impiegato nel contesto portuale, tuttavia torniamo a criticare gli allontanamenti di personale che ci sono stati. Ci sembra che la società nelle attuali condizioni di organico annaspi nella realizzazione dei propri compiti e nell’adempimento degli impegni presi. C’è il discorso dei lavori dello scivolo in fiumara, utilizzabile ma tuttora incompleto rispetto alle promesse che prevedevano prolungamento del tratto asfaltato, illuminazione e gobba segnalatrice fine corsa. In più segnaliamo un preoccupante ritardo nella messa a punto dei posti barca della fiumara. Mancano i corpi morti e ciò impone un posizionamento dei natanti all’inglese che riduce pesantemente la disponibilità di posti in avvio di stagione e la cosa rischia di creare difficoltà e tensioni appena inizierà il bel tempo».
«Concludiamo esponendo anche i nostri dubbi in relazione alla spiaggetta in concessione attigua al fosso della fiumara. Continuiamo ad attendere la conclusione dell’intervento di ripristino dell’area – sottolinea la Rinascita di Scarlino -. Vorremmo sapere a carico di chi è l’onere del lavoro già fatto (per esempio il nolo del grande escavatore che è stato mantenuto immobile e inutile sul posto per una decina di giorni circa) e anche quello che dovrà invece presto concludersi».