di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Forse passerà alla storia come la “battaglia per la mensa”. La sentenza del tribunale di Grosseto che ha condannato la proprietà di Abbigliamento Grosseto per attività antisindacale, consente ai lavoratori della ex-Mabro di rientrare in azienda e di fare assemblea in sala mensa. Di fatto, i dipendenti, si riappropriano di quello che è considerato quasi un luogo sacro, cuore pulsante della battaglia contro l’imprenditore Barontini e in favore dei diritti dei lavoratori. Già, la mensa, un locale all’interno della ex-Mabro che scatena una guerra a colpi di sentenze e di appelli, come quello preannunciato dalla proprietà che ricorrerà pur di riappropriasi nuovamente e interamente della struttura. Al momento però, sopra il cartello apposto sul cancello di entrata, in cui la proprietà fa notare che è fatto divieto di accedere in azienda per assemblee e scioperi, è stata affissa dai lavoratori la sentenza del tribunale.
«Avevamo preparato una festa più grande, perché per noi questo è un giorno di gioia e di vittoria – spiegano le Rsu della Cgil -, purtroppo è anche un giorno triste per la tutta la comunità, colpita dal lutto della famiglia Capone. Come madri facciamo nostro questo dolore per la scomparsa di Matteo e quindi abbiamo scelto di fare un giro dell’azienda in silenzio, con le bandiere e gli striscioni, fino ad arrivare alla sala mensa, riprendendoci ciò che è nostro, ovvero il diritto a fare assemblea all’interno della fabbrica». Una manifestazione simbolica, quindi, in forma ristretta per altro, ma che non cambia il significato della battaglia sindacale intrapresa dalla maggior parte delle dipendenti.