di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Anche la pazienza di chi ogni giorno entra in azienda, lavora per tenere in vita la produzione e coltiva una speranza per il futuro, ha un limite. In un documento congiunto, Cisl e Uil mettono il punto sulla vicenda della ex Mabro e di fatto lanciano l’ultimatum all’imprenditore pratese Andrea Barontini, amministratore unico di Abbigliamento Grosseto. «Lo scorso 22 aprile, nella bozza di accordo raggiunta tra Abbigliamento Grosseto e Cgil Cisl e Uil con i rispettivi sindacati di categoria, con la partecipazione della Provincia e del Comune di Grosseto si portava a conoscenza della richiesta del così detto concordato in bianco per mettere al sicuro l’azienda dalla possibilità di essere bloccata da azioni di creditori, la disponibilità a richiedere la Prodi Bis entro il 30 giugno 2013, nonché l’utilizzo degli incassi aziendali per la retribuzione degli arretrati dei dipendenti, i quali sarebbero dovuti rientrare a lavoro sospendendo iniziative di sciopero e rendendo possibile l’evasione delle commesse in essere. La bocciatura dell’accordo ha prodotto da un lato la prosecuzione degli scioperi e dall’altro la disponibilità di una parte dei dipendenti ad assicurare la continuità produttiva aziendale».
«Tale disponibilità era ed è finalizzata a far riprendere il normale flusso degli stipendi – scrivono da Cisl e Uil -, alla eventuale entrata di nuovi partner e ad avere un congruo periodo di preparazione per richiedere l’accesso alla Prodi bis. Ad oggi tuttavia la proprietà non ha ancora fatto un passo significativo per dare risposte ai punti contenuti su quella ipotesi di accordo, che per noi resta punto di partenza per eventuali trattative. A parte l’autorizzazione al concordato in bianco, non ci risulta siano stati fatti altri passi dalla proprietà, si continua a parlare di trattative in corso per la cessione senza tuttavia alcunché di concreto, ad oggi non ci risulta la predisposizione della documentazione necessaria alla richiesta della Prodi Bis e ancor più importante il pagamento degli stipendi arretrati arriva con il contagocce».
Infine, le richieste e l’ultimatum che anche la minoranza di lavoratrici rimasta in azienda per prestare servizio, lancia ad Andrea Barontini: «Chi ha dato disponibilità a lavorare chiede alla proprietà: qual è il piano di rientro degli stipendi? Qual è l’attuale portafoglio ordini? A che punto è la cessione dell’azienda? A che punto è la preparazione della documentazione per la richiesta di Prodi bis? In mancanza di risposte nella prossima settimana verrebbe a cadere anche la nostra residua volontà di tenere viva la Mabro».