di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Celebrazione del 161° anniversario della fondazione della Polizia di Stato sotto l’insegna della sobrietà e della semplicità. Il delicato contesto storico riferibile alla grave crisi economica, ha imposto un rituale meno festoso per le forze armate. «Il tono è più sobrio, ma la celebrazione ha lo stesso significato – spiega il Questore della provincia di Grosseto Michele Laratta -. L’intera comunità grossetana si aspetta da noi sicurezza ed assicurazione dei valori della democrazia, noi siamo vicini alle famiglie, felici di mettere tanti propositi al servizio dello Stato e dei cittadini». La cerimonia è iniziata con la deposizione della corona d’alloro al monumento ai caduti, in Piazza Giovanni Palatucci, per ricordare quanti, nell’adempimento del dovere, hanno sacrificato la propria vita per il bene di tutti, è seguito un breve momento di riflessione per onorare tutto il personale della Polizia di Stato che ogni giorno svolge il proprio lavoro al servizio dei cittadini. «Il bilancio dell’attività che svolgiamo è sicuramente positivo – osserva il Questore di Grosseto -, spesso agiamo in modo informale per dare una sicurezza diffusa, con impegno di squadra».
Nell’auditorium della Questura, invece, i componenti della “Corale Puccini” hanno intonato l’inno di Mameli dedicato alla memoria del Prefetto Antonio Manganelli. Sono stati poi letti i messaggi inviati da parte di Giorgio Napolitano, Enrico Letta, Angelino Alfano e Alessandro Marangoni. il Questore della provincia di Grosseto Michele Laratta (a sinistra nella foto, assieme al Prefetto Marco Valentini), alla presenza delle sole rappresentanze della Polizia di Stato, ha tenuto il suo discorso e consegnato le onoreficenze e i riconoscimenti per i dipendenti della Polizia di Stato che si sono contraddistinti nelle loro attività. Momenti che fanno riflettere e pensare anche al presente nella comunità grossetana, in termini di sicurezza e percezione dei pericoli: «Stiamo cercando di contrastare l’attività antigiuridica – precisa Michele Laratta -, in linea di massima le presenze sono le stesse, è il momento di crisi economica che fa cambiare l’indole».