GROSSETO – I nuovi poveri sono le famiglie. Il dato, sempre più allarmante, arriva dalla Caritas, che parla di un bisogno «sempre più vasto e variegato anche nella nostra città. la mensa dei poveri (nella foto a fianco) e la distribuzione alimentare, dove viene consegnato il “pacco” di viveri, da poter cucinare o mangiare a casa, sono sempre più frequentate e anche “diversamente” frequentate, visto che ne usufruiscono tante persone che fino a poco fa ancora riuscivano a sbarcare il lunario. I nuovi poveri sono rappresentati proprio dalle famiglie, che tra tasse crescenti e bollette non arrivano più alla fine del mese».
«In un contesto di profonda crisi, chi prima era “solo” oggi lo è ancora di più – proseguono dalla Caritas -; nessuno va a pensare all’anziano della porta accanto, all’allettato che soffre chiuso in casa o al diversamente abile che non può uscire dal palazzo a causa delle barriere architettoniche e della mancanza di volontari. E in questo contesto, in occasione della conclusione dell’anno scolastico si è voluto tirare le somme di una progettualità di volontariato orientata esclusivamente ai giovani dai 5 ai 18 anni».
«Abbiamo voluto far scoprire e far vivere a centinaia di ragazze e ragazzi cosa vuol dire mettersi a servizio di chi è nel bisogno – racconta il vice direttore Luca Grandi – proponendo molteplici attività che sono passate dagli incontri nelle scuole primarie e secondaria del territorio della nostra Diocesi, fino all’opportunità di agli studenti delle scuole superiori di prestare volontariato nelle nostre strutture».
Tutto ciò è stato raggiunto attraverso il progetto “Cittadinanza Creativa”, in collaborazione con l’ufficio per l’insegnamento della religione cattolica ed il provveditorato provinciale. Questo ha permesso a Caritas Grosseto di fare circa cinquanta incontri, nelle scuole della città e dei comuni limitrofi al capoluogo e di offrire a circa cento studenti delle scuole secondarie di secondo grado l’opportunità di vivere una mini esperienza di volontariato di venti ore nelle nostre strutture della città: il centro di accoglienza, la comunità educativa Santa Elisabetta ed il centro diurno per disabili “Noi Insieme”. «Un bilancio positivo, dunque – concludono dalla Caritas -, che nonostante il numero crescente di situazioni di disagio nella nostra città, cerchiamo di vedere come un segno di speranza nel futuro».