GROSSETO – «A chi giovano gli attacchi di Sel al Pd, forse solo al sindaco uscente Arturo Cerulli» questa in sintesi la risposta del Pd alle affermazioni di Sel che aveva chiesto chiarimenti sulla scelta del candidato, Massimo Sandrelli e sul perché non si fosse deciso di convergere su Marco Sabatini. «Sel non presentando lista, candidati e progetto politico – affermano dal Pd -, si è piuttosto sottratta al giudizio degli elettori. Troppo facile dire che s’inizia a costruire un percorso il giorno dopo le elezioni: è sul voto dei cittadini e sul consenso raccolto che una forza politica misura la propria proposta ed il proprio peso». A chi servono questi attacchi si chiede il Pd «Non di certo al vice presidente della Provincia, Marco Sabatini, sul ruolo del quale piuttosto emergere una contraddizione di fondo; non tanto fra ruolo istituzionale ottenuto grazie ai voti conseguiti da tutta la coalizione del centrosinistra, e quello politico. Ma piuttosto tra il ruolo di componente del movimento civico Gente dell’Argentario, cui si è sempre richiamato Sabatini in tutti gli incontri che si sono tenuti a livello locale, e quello di vicepresidente di Sel in Provincia».
«Ci chiediamo, inoltre, il vicepresidente Sabatini, si presta a questo gioco o viene tirato in ballo suo malgrado – prosegue il Pd -? Dunque la domanda a cui rispondere non è perché il PD non si sia schierato con un’alleanza diversa dall’attuale, né perché non si è candidato a sindaco Sabatini, proposta irricevibile nel metodo, trattandosi di un tentativo d’imposizione unilaterale, e nel merito, poiché ritenuta inadeguata. La vera domanda da porsi è se, considerate le situazioni di Gavorrano, Monte Argentario e Grosseto, e visto il recente dibattito all’interno del gruppo consiliare provinciale, sia ancora possibile con Sel una alleanza organica e di governo in questa provincia».