di Barbara Farnetani
GROSSETO – «La proposta del Comune di Piombino è una conferma della bontà della nostra posizione sul riordino delle province». Dopo la decisione presa ieri in consiglio comunale a Piombino di lasciare la provincia di Livorno per unirsi a quella di Grossseto, il presidente Leonardo Marras commenta così questo storico passo: «Segnala che c’è bisogno di un luogo istituzionale più vicino ai cittadini dove raccogliere e coordinare le politiche pubbliche, senza allontanarsi troppo verso la Regione. E manifesta la necessità di rappresentare, a beneficio delle comunità locali e delle imprese del territorio, in modo evidente, l’altra Toscana che non sta lungo la FI-PI-LI e che parla di terra e di mare e che può essere un altro modo di contribuire allo sviluppo della Toscana».
«I nostri territori – afferma Marras – hanno relazioni importanti e opportunità da non sottovalutare, limitate solo dalla divisione dei confini amministrativi. Tuttavia, la fase di stallo sulle riforme non aiuta a individuare soluzioni immediate, ma questa scelta, come il dibattito vivo solo tra i costituzionalisti, tiene aperta la domanda: come si svolgeranno servizi e funzioni delle attuali province se queste venissero abolite?»
«La politica è bloccata solo sul rendere conto di qualche piccola concessione da offrire a chi la contesta, senza ancora affrontare con la dovuta serietà il tema del funzionamento delle istituzioni decentrate – precisa il presidente della Provincia -. Nel mentre tutto è fermo, le province italiane continuano a vivere con le stesse competenze e senza le risorse necessarie, guidate dai presidenti uscenti che diventano commissari senza scadenza, rischiando di rimanerlo a vita e senza che i cittadini abbiamo più la facoltà nemmeno di scegliere i propri rappresentanti ai quali chiedere di governare le risorse pubbliche secondo un programma».
«Si tratta di un atto di valore politico – ha detto il sindaco di Piombino, Gianni Anselmi – che esprime la volontà, nell’auspicata rapida eliminazione delle province come livello di governo subregionale, di collocare il nostro territorio, auspicabilmente tutta la Val di Cornia ma anche, se quel territorio lo condividerà, l’Isola d’Elba, in un ambito programmatorio che riunisca un pezzo di Toscana per troppo tempo amministrativamente impropriamente diviso».
«È un contributo costruttivo che la città di Piombino ha voluto dare alla Toscana del futuro – conclude il sindaco – che dovrà immaginarsi senza confini provinciali ma articolando le proprie linee di sviluppo su contesti territoriali realmente omogenei e ricchi di complementarietà reciproche».