GROSSETO – «Serve una simulazione con la nave gemella della Concordia». Ad affermarlo, prima di entrare in aula, Domenico Pepe, avvocato di Francesco Schettino, prima della seconda fase dell’udienza preliminare per il naufragio della Costa Concordia.
«Ci sono ancora tante cose da scoprire. Una su tutte accertare che il comandante in quel momento sulla nave non poteva rimanere – ha sottolineato l’avvocato in aula tornando a ribadire che il comandante è stato costretto ad abbandonare la nave -. L’imputazione dell’abbandono nave è assurda». Il comandante «si è trovato in una posizione in cui era assurdo rimanere a bordo. Lui ci mette sempre la faccia».
Anche sulla eventuale richiesta di giudizio abbreviato l’avvocato è possibilista: «È una possibilità, ma ancora è presto. Non escludo di richiedere indagini integrative le prove sono insufficienti e potremmo chiedere una simulazione dell’incidente usando la nave gemella, la Costa Serena, per verificare i punti d’urto, capire se tutti i sistemi hanno funzionato e verificare il corretto funzionamento delle scialuppe».
Poco prima di Schettino in aula erano arrivati anche i sostituti procuratori Alessandro Leopizzi, Maria Navarro e Stefano Pizza.