LIVORNO – Livorno è sempre stata terra ribelle, terra di rivoluzione, la sua storia è ricca di testimonianze in questo senso. E proprio in questi giornio ricorre l’anniversario di uno di questi episodi: la “difesa di Livorno” che coinvolse la città il 10-11 maggio 1849 e che coinvolse non solo livornesi ma anche combattenti gunti da varie parti della Toscana in difesa della città dalle truppo austroungariche giunte a restaurare il loro potere. Le mura furono abbattute in breve tempo dalle cannonate nemiche, poi gli austriaci in numero molto maggiore, misero la città a ferro e fuoco per due giorni.
A ricordare quei giorni di coraggio il comitato livornese per il risorgimento, che, insieme a rappresentative venute da fuori provincia, si sono ritorvati a porta San Marco per commemorare quei morti per la libertà. Alle celebrazioni erano presenti anche i gonfaloni dei Comuni di Gavorrano e Scarlino e Piero Simonetti in rappresentanza del Comitato Maremmano per il Risorgimento, insieme ai rappresentanti dei vari Comitati delle altre provincie della Toscana. Presente anche una delegazione di Solferino, ove si svolse l’importante battaglia della seconda guerra d’indipendenza contro l’Austria nel 1859 e da cui nacque l’istituzione della Croce Rossa.
Molti gli studenti, tutti con fascia tricolore, intervenuti e che hanno cantato l’inno di Mameli. Le celebrazioni sono poi proseguite in piazza Garibaldi, dove si è esibita la banda musicale della brigata paracadutisti Folgore.
La due giorni di commemorazioni si è conclusa sabato alla Terrazza Mascagni con il Gran Ballo risorgimentale in costume della Società di Danza – Circolo Livornese.