SCARLINO – Sul tema dei servizi sanitari nel comprensorio delle Colline Metallifere interviene per l’Italia di Valori Paolo Rustici, assessore al sociale di Scarlino (nella foto l’ospedale Sant’Andrea di Massa Marittima).
«Il protocollo di intesa, denominato “Nuovo patto territoriale per le Colline Metallifere”, che la Toscana vorrebbe farci accettare tramite la ASL9 è discutibile sia nei contenuti che nel metodo con cui è stato proposto: se nella descrizione si usa un linguaggio che inneggia ad una nuova efficienza, l’intesa proposta appare ispirata solamente a meri principi di cassa ai quali per altro da anni ci siamo dovuti abituare».
«Nel disegno proposto si parla molto di ridimensionamenti e poco o nulla di eventuali nuovi metodi di gestione interna più efficienti, che tengano conto delle esigenze effettive dei cittadini. Traspare in modo chiaro che molti dei servizi attuali verranno soppressi e che l’impegno per le politiche sociali di base verrà fortemente ridimensionato. L’esperienza medico-sociale sul campo ha dimostrato che con tale metodo non si creano le condizioni di un effettivo risparmio, bensì di un futuro aumento della spesa che la “medicalizzazione del sociale” inevitabilmente comporta.
Inoltre il “Nuovo patto territoriale” fa trasparire in modo netto la scelta verso la privatizzazione dei servizi».
«Se la concretezza ed il merito delle scelte è discutibile, il metodo lo è ancora di più: calare dall’alto scelte che investono e stravolgono così pesantemente l’organizzazione sociale dei cittadini è sempre negativo e controproducente: vuol dire non aver minimamente valutato gli effettivi bisogni del territorio e quindi non avere ricercato una effettiva efficienza e risparmio sulle prestazioni erogabili in questa specifica realtà».
«Pertanto diventa provocatorio definire questa mera ricerca di risparmi di cassa “Nuovo patto territoriale”. I patti si fanno sempre almeno in due, concertando scelte e trovando soluzioni chiare e soddisfacenti per i bisogni, in questo caso, dei cittadini delle Colline Metallifere».