di Barbara Farnetani
MASSA MARITTIMA – «Bioeconomia: scelte europee opportunità italiane» questo è il titolo dell’incontro promosso dalla Fondazione Arare e che si è svolto ieri pomeriggio all’agriturismo il Cicalino di Massa Marittima. Lo spunto della tavola rotonda, a cui hanno partecipato, tra gli altri, Vito Bianco, della Fondazione Arare, il parlamentare europeo Paolo Bartolozzi, Gianni Bonini, CIHEAM, e Federico Vecchioni, vicepresidente Accademia dei Georgofili, si fonda sull’attività della commissione europea che ha da poco istituito un osservatorio per valutare i progressi e l’impatto dello sviluppo della bioeconomia nell’Unione europea. Un settore, quello della biodinamica che in prospettiva ha un valore stimato sui 2 mila miliardi di euro ed in grado di generare 22 milioni di posti di lavoro in tutta Europa.
L’eurodeputato Paolo Bartolozzi (il primo a sinistra nella foto sopra), relatore di un progetto sull’innovazione per una crescita sostenibile, progetto che sarà votato a settembre in Europa, afferma «Stiamo cercando di far fare un salto di qualità alla bioeconomia, la ricerca è importante ma bisogna anche concretizzare i risultati. Risorse sempre più scarse ci costringono a riflettere sull’approccio: la bioeconomia può essere la strada verso una crescita più intelligente. Va sviluppata icerca e innovazione e che ci sia il massimo impatto sulla società e sull’economia. Noi – prosegue Bartolozzi – vorremmo mettere un vincolo perché i 20 miliardi di contributi europei che saranno stanziati obblighino le imprese a non delocalizzare così che si possa aprire un nuovo progetto industriale. Servono fondi mirati e serve un partenariato pubblico privato per far si che questo settore si sviluppi».
«La popolazione aumenta – sottolinea Vito Bianco presidente della fondazione Arare – di conseguenza aumenta la domanda di energia. Ricordo un vecchio libro di famiglia in cui si diceva “la vera ricchezza degli italiani sta nel loro suolo”. Questo è vero e proprio per questo gli italiani devono verificare le potenzialità della propria terra». «La bioeconomia è un tema molto attuale – ha spiegato Federico Vecchioni (nella foto accanto a Giovanni Lamioni) – è un’occasione che va sfruttata, specie per questa terra a cui sono legato, anche se ogni tanto ammetto che mi fa preoccupare. Dobbiamo affidarci agli eurodeputati, che vanno considerati una risorsa. Per questo ho chiamato a raccolta alcuni imprenditori qui alla Tenuta Il Cicalino, che diventerà il ritrovo di una serie di incontri. Siamo qui per fare gruppo. Abbiamo bisogno di una politica economica, di una programmazione industriale e di una integrazione sana tra chi fa industria, tecnologia e distribuzione di energia. Il dossier presentato oggi stanzierà per l’Italia delle risorse importanti. Ad oggi dobbiamo confrontarci con l’Europa e subito dopo andremo a coinvolgere le istituzioni e le autonomie locali. La mia volontà è gettare un seme dal quale potrà germogliare la crescita economica e sociale della Maremma».