GROSSETO – «Se non c’è un modo incruento per limitare la voracità dei predatori, bisognerà pur percorrere qualche altra strada». A parlare è il presidente della Cia Enrico Rabazzi, che interviene dopo l’ennesima notte di sangue negli allevamenti e nelle aziende della zona di Istia d’Ombrone, già colpita duramente dal fenomeno degli attacchi alle greggi. Il tutto, fa notare Rabazzi, è avvenuto «a pochi passi dal centro abitato».
«La situazione non è più sopportabile – denuncia Enrico Rabazzi -. L’indifferenza generale accelera la scomparsa delle nostre migliori aziende che, ormai abbandonate da tutti, non hanno alternative! E tutto in nome di falsi miti ambientalisti e animalisti che funzionano solo a senso unico: in difesa dei predatori».
Secondo l’organizzazione agricola, non è possibile che si continui a spendere tempo e denari in ricerche e studi. «La zootecnia non ha bisogno di pubblicazioni e documentari, ma di interventi seri, decisi, efficaci. Altri paesi d’Europa non hanno esitato ad agire con decisione proteggendo i propri allevatori. Da noi – conclude Rabazzi -tutti si vergognano a dire che stanno dalla parte dei pastori».