MASSA MARITTIMA – “Un anno nel Geoparco”. Si chiama così l’evento divulgativo organizzato dal parco nazionale delle Colline Metallifere sabato 11 maggio (a partire dalle 9,30) a Massa Marittima, nel palazzo dell’Abbondanza. Stiamo parlando della presentazione dei risultati del primo anno di lavoro sui geositi a cura del Dipartimento di scienze fisiche, della terra e dell’ambiente dell’Università degli studi di Siena (nella foto il parco delle Biancane e Monterotondo Marittimo).
Il programma prevede in apertura il saluto di Lidia Bai, sindaco del Comune di Massa Marittima, e di Luca Agresti, presidente del geoparco. Quindi l’introduzione del direttore Alessandra Casini che spiegherà al pubblico il percorso culturale che sta portando alla trasformazione del parco in un vero e proprio geoparco e il significato della valorizzazione del patrimonio geologico locale.
Seguiranno, nell’ordine, la relazione del professor Armando Costantini, docente universitario, responsabile della ricerca a cura del Dipartimento di scienze fisiche, della terra e dell’ambiente dell’Università degli studi di Siena: “Un anno nel geoparco – I primi risultati della valorizzazione del patrimonio geologico delle Colline Metallifere Grossetane”; e l’intervento della borsista Elena Buracchi su “I travertini di Massa Marittima – Un modello per l’evoluzione paleoambientale”. Dalle 11,30 visita al geosito dei travertini di Massa Marittima con partenza dal Palazzo dell’Abbondanza, dapprima ai travertini visibili presso il Museo della Miniera e poi l’osservazione dei travertini della facciata del Duomo.
Già dal masterplan, che costituisce il documento di programmazione delle azioni finalizzate alla tutela e valorizzazione del patrimonio geologico e minerario, il geoparco ha intrapreso un percorso di valorizzazione del proprio patrimonio geologico. Nel 2011, per questo motivo, è stata stipulata con il Dipartimento di scienze fisiche della terra e dell’ambiente dell’Università di Siena, una convezione triennale la cui finalità non è solo la conoscenza approfondita della geologia e mineralogia, ma la revisione dei percorsi fino a questo momento incentrati soltanto sul patrimonio minerario e l’archeologia industriale, la messa in visita dei siti in maniera ragionata, gli aspetti didattici per arrivare ad una proposta multidisciplinare dove la geodiversità abbia lo spazio necessario per dare il suo contributo alla comprensione del paesaggio e del geoparco.