di Daniele Reali
RIBOLLA – “Per il minatore italiano”. C’è scritto così sul piazzale del monumento che Ribolla ha dedicato ai 43 minatori morti nella tragedia di Pozzo Camorra dove nel 1954 un’esplosione di gas grisù provocò una delle più grandi disgrazie italiane del lavoro. Era il 4 maggio quando la vita a Ribolla si fermò e niente fu come prima.
Oggi a distanza di 59 anni, con le ferite del dolore ancora aperte per tutti coloro che persero un padre, un amico, un familiare, la comunità di Ribolla ha ricordato, come accade ogni anno, quel tragico evento commemorando le vittime e onorando la loro memoria. Una cerimonia che ha ottenuto anche l’attenzione a livello nazionale del sindacato Ugl che quest’anno ha voluto celebrare proprio a Ribolla la giornata nazionale del minatore.
«Siamo qui – ha detto il sindaco di Roccastrada Giancarlo Innocenti – per ricordare nel luogo della memoria questo nostro triste passato, ma anche la nostra storia, così forte e significativa. Fu un eccidio non solo un incidente: perché quello che accadde il 4 maggio era un percorso forse predestinato. Questo segna in maniera indelebile le coscienze di chi ebbe respponsbailità. Anche per questo ci siamo fatti culturi della memoria per far sì che queste cose non accadano più».
Nelle parole del sindaco poi anche un riferimento alle polemiche di questi giorni sull’opportunità di aver coinvolto nella cerimonia il sindacato Ugl. «Ritengo che chi manifesta il desiderio di tornare sui luoghi della memoria (richiesta che era stata avanzata proprio dall’Ugl, ndr) debba essere assecondato e il fatto che oggi si vadano a consegnare onorificenze rappresenta un passaggio di civiltà».
A rinforzare le parole di Innocenti anche l’intervento di Geremia Mancini, segretario confederale Ugl. «Non esistono più problemi tra i sindacati – ha detto Mancini – e già tre anni fa partecipammo a queste celebrazioni. Oggi siamo qui per commemorare le vittime di Ribolla anche con una delegazione dei familiari di chi perse la vita a Marcinelle».
Sì perché Ribolla è considerata la Marcinelle italiana e già durante il 50esimo anniversario della tragedia, nel 2004, il comune di Roccastrada ospitò una delegazione della località belga dove morirono in miniera tantissimi italiani. Il figlio di uno di loro, Nino di Pietrantonio, oggi era a Ribolla e ha consegnato nelle mani del sindaco la riproduzione di una lampada ad acetilene che in passato l’Ugl aveva riconosciuto anche ad altri tre comunità colpite nel dolore da sciagure simili.
Tra le onorificenze consegnate dall’Ugl anche una a Gianni Zonini, l’imprenditore del vino che nella sua Tenuta Rocca di Montemassi, a pochi metri da Pozzo Camorra, dove oggi non rimane quasi più nulla, ha realizzato un monumento ai minatori di Ribolla: 43 cipressi che ruotano attorno ad un carrello di carbone.
Presenti alla cerimonia anche Paolo Varesi, seegretario confederale dell Ugl e Gianfranco Franceschini, segretario Ugl di Grosseto.
(per ingrandire cliccare sulle foto)
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