di Lorenzo Falconi
GROSSETO – All’assemblea dei lavoratori Mabro che si era tenuta sul prato antistante all’azienda, in quanto Barontini aveva fatto trovare i cancelli chiusi alle istituzioni, era stato chiamato in causa e si era distinto per il suo intervento, chiarendo alcuni aspetti essenziali per il futuro dei dipendenti di Abbigliamento Grosseto. A distanza di alcuni giorni, Gian Piero Ciambotti, ex sindacalista della Cgil, torna sulla vicenda dopo le critiche ricevute da parte di Cisl e Uil. « La nuova disciplina di concordato, mutuata dal sistema fallimentare americano, penalizza l’occupazione e privilegia la continuità, gestita dalla proprietà che può anche risolvere con la vendita – precisa Ciambotti -. Quindi Barontini deve trovare una soluzione o qualcuno per vendere una impresa senza portafoglio ordini, carica di debiti e prossima al fallimento. La Prodi-bis invece privilegia l’occupazione togliendo dal gioco subito l’imprenditore incapace, affidando l’azienda ad un commissario che deve rimetterla sul mercato».
«Ritengo che in questa partita nessun sindacato giochi per Barontini, quindi credo di aver reso un servizio a Cisl e Uil – chiarisce ancora Ciambotti -, che possono uscire dall’isolamento, sostenendo il ricorso allo strumento migliore, scelto anche dalle istituzioni, una volta chiarito che il concordato favorisce solo Barontini, che per accedere al percorso della Prodi-bis non devono essere presentati piani industriali, che non è necessario avere tempo per avanzare richiesta, che non è indispensabile avere continuità produttiva, che stabilire se l’azienda può avere un futuro compete al commissario giudiziale nominato e che quel futuro sarà senza Barontini».
In merito alle critiche ricevute a carattere personale, Ciambotti esprime il proprio parere a carattere collettivo: «La Mabro, come ogni altra azienda non è solo dell’imprenditore, ma è una ricchezza di tutta la collettività, è quindi dovere, oltre che diritto, di ogni cittadino difenderla in base alle proprie possibilità e indignarsi quando per ignoranza propria o di fantomatici giuslavoristi viene preclusa l’unica possibilità che potrebbe dare una prospettiva al futuro di oltre 200 lavoratrici e non aggravare le sofferenze occupazionali del territorio».
Intanto le istituzioni, nella figura di Emilio Bonifazi e Leonardo Marras commentano la presentazione del concordato in bianco da parte di Barontini, invocando ancora la Prodi-bis: «A questo punto abbiamo un’ultima possibilità di riaprire un canale di dialogo. Giovedì prossimo è stato fissato un incontro in Regione, all’assessorato alle attività produttive. Ci auguriamo che la proprietà decida di parteciparvi, e che nel frattempo si attivi per avviare la procedura del commissariamento ai sensi della Prodi-bis, che non sarebbe in contrasto con il concordato in bianco. Se così non fosse ci troveremmo di fronte alla sanzione definitiva del muro contro muro, che non porterebbe ben né alle lavoratrici né alla proprietà. Confidiamo sul fatto che di questo ci sia consapevolezza piena da parte di Andrea Barontini».