di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Servizi, qualità e adozioni nel canile convenzionato con il Comune di Grosseto. E’ quanto garantiscono l’assessore Giancarlo Tei e il direttore del dipartimento della prevenzione della Asl9 Paolo Madrucci, stemperando ogni tipo di polemica. Il canile privato convenzionato garantisce, infatti, un servizio qualificato di assistenza medico-veterinaria e un trattamento di tutti i cani nel pieno rispetto delle normative (Legge regionale 59/2009), come dimostra l’accreditamento riconosciuto alla strutura dalla Asl proprio nel novembre scorso. La Zoo Service, quindi, opera in convenzione con il Comune di Grosseto e con quelli di Orbetello, Capalbio, Castiglione della Pescaia, Cinigiano, Civitella Paganico, Manciano, Monterotondo Marittimo, Scansano e Sorano garantendo un servizio all’altezza delle aspettative. Ad oggi, sono 260 i cani in carico al Comune di Grosseto ma nel canile ci sono anche quelli degli altri comuni.
Inoltre l’amministrazione grossetana ha costituito il gruppo zoofilo comunale e formato 38 volontari che daranno un contributo aggiuntivo alla così detta sgambatura quotidiana dei cani. Servizio che si aggiunge all’adozione dei cani abbandonati e privi di microchip. Basti pensare che nel triennio 2009-2012 sono state registrare 516 adozioni e il numero dei cani presenti nella struttura si è costantemente ridotto. «Grosseto garantisce un servizio efficiente e di qualità in ambito di tutela degli animali, investendo la notevole cifra di oltre 470mila euro l’anno solo per il canile – osserva Tei -. D’altro canto la sgmabatura viene garantita come mai in passato, sia dagli operatori assunti nel canile che con l’arrivo dell’apporto dei volontari e nel pieno rispetto delle necessità dei cani. Io rispetto le opinioni di tutti ma eviterei la polemica a tutti i costi. In campo ci sono le risorse del caso, di più non possiamo fare, le necessità sono tante, come asili, servizi sociali, trasporti. C’è chi quotidianamente va a mangiare alla Caritas, per farvi capire la gravità delle situazioni. Aggiungo che se si ipotizza che io tragga guadagno da questo tipo di situazioni, scatterano le querele».
L’attenzione si sposta poi sul problema sterilizzazione: «Siamo i primi in Toscana nella graduale applicazione della legge e con un notevole investimento dei fondi destinati alla Sanità locale – spiega Madrucci -. Siamo partiti dai soggetti maschi perché hanno conseguenze comportamentali minime dall’intervento, nel loro caso solo ambulatoriale, e perché nelle femmine si presentano successivi fenomeni di animali che diventano dominanti e che in un canile è bene non abbondino. Sono anni che non nasce un cucciolo in nessuna struttura accreditata in provincia, quindi chi lo sostiene non sa semplicemente di cosa parla».