di Daniele Reali
BAGNO DI GAVORRANO – Adesso è ufficiale: da domani la piscina di Bagno di Gavorrano sarà chiusa al pubblico. Oggi, martedì 30 aprile, è stato l’ultimo giorno di apertura dell’impianto e quindi anche ultimo giorno di attività della struttura di Bagno.
Come confermato dal presidente della società che ha in gestione l’impianto, Renato Pertusati, l’Associazione Nuoto Gavorrano Massa Marittima ha già iniziato a restituire le quote a coloro che le avevano già versate per i prossimi mesi o le prossime settimane. «In più – ha detto Pertusati – abbiamo deciso di non far pagare l’ultima rata dell’abbonamento a ragazzi che svolgono l’attività agonistica. Questo lo abbiamo fato per cercare di andare incontro ai genitori che dovranno accompagnare i figli nella piscina di Massa Marititma e subire un disagio». Sì, perché la società sportiva gestisce anche la piscina di Massa e i ragazzi che lo vorranno, potranno continuare ad allenarsi in quell’impianto.
Il “caso piscina” era scoppiato intorno alla metà di febbraio quando la società aveva annunciato la chiusura per i problemi all’impianto di riscaldamento, ma anche per i costi e i debiti accumulati con le bollette di luce, gas e acqua. Un “buco” da 140 mila euro dovuto anche, come più volte spiegato proprio dalla società, alle condizioni precarie della struttura che non consentivano più una gestione efficiente.
Un caso che sembrerebbe arrivato al termine con la chiusura definitiva della piscina, ma che potrebbe avere anche un lungo strascico giudiziario. Stamattina infatti il comune di Gavorrano ha diffidato la società rispetto alla decisione di chiudere l’impianto basandosi su un articolo della convenzione che disciplina il rapporto tra gestore e amministrazione comunale. «Dal comune non hanno capito che queste diffide – ha detto Pertusati – hanno valore dal momento che c’è la colpa rispetto all’interruzione di pubblico servizio. In questo caso l’interruzione non è dipendete da noi ma da carenze del comune».
A questo poi deve essere aggiunta anche la richiesta che la società aveva avanzato per il risarcimento dei debiti accumulati con le bollette.
Una vicenda quindi che rimane aperta e che non si chiude insieme alla porta di quella piscina che fino a poco tempo fa è stato il vanto di un intero comune.