di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Due assemblee distinte nella stessa azienda: una in sala mensa, l’altra nel laboratorio. I lavoratori di Abbigliamento Grosseto si dividono così, su due linee parallele che non si incontreranno mai. Stesso problema comune, ma punti di vista differenti. Una divisione che riguarda anche i sindacati, da una parte la Cgil, dall’altra Cisl e Uil. La mattinata, piuttosto agitata, inizia fuori dai cancelli della Mabro, alle 7.40, qualche lavoratore entra in azienda, altri restano fuori (nella foto a destra). Si discute di scioperi, cassa integrazione, stipendi arretrati da 5 mesi e soprattutto futuro, inquadrato sotto forma di Prodi-bis, vale a dire l’amministrazione straordinaria dell’azienda. La proprietà latita, è assente, forse per scelta e questo scalda gli animi, perché non ci sono risposte dirette, e nemmeno un confronto. Una situazione paradossale, in cui l’unico faccia a faccia possibile è quello tra lavoratori, uniti dallo stesso destino, separati da un muro che divide le scelte e al tempo stesso il percorso da seguire per avere un domani lavorativo che appare sempre più incerto.
In sala mensa, intanto, le Rsu proclamano l’assemblea permanente (nella foto a sinistra), con un presidio fisso in azienda. L’assenza della proprietà si fa sentire, con le rappresentanze sindacali che chiedono un piano di lavoro serio, strutturato reparto per reparto e non certo improvvisazione. La discussione si sposta poi sulla Prodi-bis, si cerca una strada per arrivarci, potrebbero chiederla direttamente i dipendenti, ma il percorso sembra davvero articolato. «C’è una sostanziale differenza anche nella tempistica – spiega Furio Santini segretario della Filctem Cgil -, e una valutazione che deve fare il giudice. Oltretutto la Prodi-bis è un percorso molto incerto dal punto di vista dei risultati». Viene chiesto un confronto con le istituzioni e al tempo stesso una rinnovata compattezza di intenti: «Da circa un mese stiamo cercando di ricompattare i lavoratori, perché dobbiamo creare una linea di intenti unita il più possibile – precisa Santini -, mi sto attivando per un confronto con i colleghi di Cisl e Uil, perché ci sia un’assemblea comune dei lavoratori».
Richiesta che non viene accolta, dall’altra parte del muro, nel laboratorio dell’azienda, una cinquantina di dipendenti (nella foto a destra) si confrontano sugli stessi temi, ma con punti di vista differenti. «Ci incontreremo con l’altra parte sindacale – puntualizza Fabio Della Spora, segretario della Femca Cisl -, ma in questo momento, visto il clima che si respira in azienda, non mi pare opportuna un’assemblea che comprenda tutti i lavoratori, ormai le linee sono tracciate». La distanza effettivamente appare incolmabile, da una parte la maggioranza dei lavoratori che protesta, manifesta, sciopera, dall’altra una minoranza che continua a lavorare in assenza di stipendio. «Lo facciamo perché difendiamo il nostro posto di lavoro – sbottano alcune dipendenti – non per Barontini, ma per noi stesse. Rispettiamo le idee di chi non la pensa come noi, non abbiamo niente contro le nostre colleghe, ma non ci possono insultare perché entriamo a lavoro, perché difendiamo i nostri ideali con una filosofia diversa». La spaccatura è marcata, anche facendo riferimento alle istituzioni: «Un assessore comunale come Cerciello, dovrebbe difendere la causa di tutti i lavoratori – osserva Della Spora -, non solo quelli di un’unica parte. Non può sposare solo la causa di alcuni». Va giù duro nei confronti della proprietà, invece, Gianni Baiocco, segretario provinciale della Uil: «Sono dei conigli, dei vigliacchi. Non si lasciano da soli dei lavoratori, non ci assenta così lasciando l’azienda allo sbando».
Domani pomeriggio alle 17.30, invece, è prevista un’assemblea aziendale a cui parteciperanno anche il presidente della Provincia Leonardo Marras e l’assessore comunale Emanuel Cerciello. L’assemblea coinvolgerà tutti i lavoratori e i sindacati senza muri a separare le fazioni. E’ questa, forse, l’unica schiarita in una giornata dai toni scuri per i dipendenti di Abbigliamento Grosseto.