FIRENZE – «Danni da ungulati? Basta soluzioni tappabuco. Alla rovina provocata alle colture non si può rispondere solo col risarcimento, spesso rallentato da ostacoli burocratici e mancanza di risorse. Servono innanzitutto misure di controllo per procedere a soluzioni definitive». È il commento del capogruppo di “Più Toscana”, Antonio Gambetta Vianna, che in riferimento alle proteste di associazioni di categoria e agricoltori per i danni subiti dalle scorribande di ungulati sui loro terreni, lancia un messaggio all’assessore all’Agricoltura Gianni Salvadori.
«Per cominciare – spiega – è necessario censire la fauna “dannosa” in modo da delimitare le azioni di intervento ed escludere soluzioni drastiche e sbrigative. Alla presenza dei cinghiali infatti si aggiungerebbe quella di varie specie di corvidi che minacciano seriamente il patrimonio agricolo della popolazione. Il maggior pericolo per l’agricoltura resta comunque il cinghiale, che fino a due anni fa aveva un incidenza del 66% sul totale dei danni che negli ultimi cinque anni in Toscana ammontano a più di 7 milioni di euro. Dal 2010 ad oggi questa fauna “pesante” è cresciuta rendendo sempre più difficile la convivenza tra agricoltura e gestione faunistica. È necessario che la densità di questi capi venga riportata a livelli di pochi capi per cento ettari, il rischio in caso contrario è sotto gli occhi di tutti: un alterato equilibrio del rapporto fra specie e territorio con un impatto traumatico sull’economia agricola grossetana».