di Barbara Farnetani
RIBOLLA – «Cara Katty, amore infinito…» così iniziavano le lettere scritte alla moglie da Mario Sepulveda, uno dei 33 “mineros” cileni rimasti intrappolati sotto terra per il crollo di una parte della miniera in cui lavoravano. A raccontare quei 69 giorni, per voce dello stesso Sepulveda, Silvano Polvani, che ha raccolto la testimonianza del minatore-sindacalista quando l’uomo è venuto a Massa Marittima. Un racconto quasi per voce unica, quella di Sepulveda appunto, sepolto vivo a 700 metri sotto terra, come firmava le lettere scritte all’amata moglie.
Lo sgomento, il terrore, la speranza… tanti i sentimenti che si sono sovrapposti e susseguiti in oltre due mesi di reclusione sottoterra nella miniera di San Josè. E mentre i minatori soffrivano e speravano di non essere dimenticati, in superficie le squadre si alternavano per trovarli raggiungerli e salvarli. Tra loro Stefano Massei, che aveva fatto parte di una delle squadre di salvataggio. “Estamos bien en el rifugio. Los 33” così i minatori sepolti comunicarono a chi si trovava in superficie dove erano.
«La miniera è paura – ha raccontato qualche vecchio minatore intervenuto all’incontro con Sepulveda – una paura che ti prende sin dal primo momento, la miniera fa paura, è contro natura, ti inghiotte giù, nel fondo della terra, nel groviglio delle gallerie strette e piene di fumi. Questo era l’ultimo pane». Il libro di Polvani dal titolo “Chi Chi Chi Le Le Le…”, dal canto scandito dai minatori quando sono ritornati in superficie, si chiude con la cronologia puntuale dell’incidente e del salvataggio e con una biografia essenziale dei 33 minatori.
Il libro sarà presentato venerdi 3 maggio a Ribolla all’ex cinema alle 17.30. oltre all’autore, Silvano Polvani, saranno presenti il sindaco di Roccastrada Giancarlo Innocenti, il segretario della Cgil Claudio Renzetti, la segretaria dello Spi cgil Carla Burgassi e l’editore EffiGi Mario Papalini. A coordinare l’incontro Lorenzo Centenari.