FIRENZE – L’ultimo atto, imminente, sarà la firma del capo dello Stato sul decreto del Governo, ma il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha già avviato il suo lavoro di commissario per gli interventi infrastrutturali strategici sul porto di Piombino. Lo ha fatto con un incontro che si è svolto stamani in Palazzo Strozzi Sacrati ed al quale hanno partecipato il sindaco di Piombino, Gianni Anselmi, il presidente della Provincia di Livorno, Giorgio Kutufà, il presidente dell’Autorità portuale di Pombino, Luciano Guerrieri, rappresentanti della Provincia di Grosseto.
“Abbiamo impostato una prima programmazione delle opere da realizzare e fatto una valutazione dei tempi – ha detto al termine dell’incontro il presidente – Si tratta di lavori previsti dal vecchio piano regolatore del porto e dal nuovo che andremo ad approvare nel prossimo Consiglio regionale. Sono 160 milioni di investimenti pubblici, dello Stato ma anche della Regione e di altri soggetti, che serviranno a rendere più competitivo e attrattivo lo scalo piombinese, con i lavori di bonifica, il collegamento alla viabilità di grande comunicazione e altro ancora. Pronto quindi a diventare una infrastruttura fondamentale per il rilancio industriale di tutta l’area, a cominciare dalla Lucchini”.
Per quanto riguarda la Costa Concordia, il presidente ha detto di auspicare che possa essere messa in grado muoversi nel prossimo ottobre. “Noi lavoriamo – ha sottolineato – perché Piombino sia pronto per accoglierla. Abbiamo chiesto e ottenuto un’accelerazione sui tempi del decreto anche agendo sulla leva dell’emergenza Costa Concordia. Ma le opere che si realizzano rimarranno e serviranno al futuro della città e della sua economia. E forse chi si è opposto e si oppone a lasciare la nave in Toscana, proprio questo voleva impedire”.
“In ogni caso – ha precisato Rossi – se anche la nave sarà demolita altrove, dovrà essere fatto dando tutte le garanzie dal punto di vista sociale e ambientale. Impensabile che possa andare in giro per i mari per finire dove magari si fanno lavorare ragazzini e si buttano gli inquinanti in mare o sulle spiagge. Qui c’è un vuoto normativo insidioso a livello europeo, dove sono stringenti le norme che riguardano la costruzione delle grandi navi, ma vaghe e lacunose quelle delle demolizioni. Se potremo smaltire la Costa a Piombino con tutte le garanzie di carattere sociale e ambientale – ha detto Rossi – potremo anche offrire un esempio e un modello per l’Europa e proporre un ruolo in questo specifico campo per lo scalo piombinese. Il nostro lavoro, insomma, vuole essere un’operazione di grande impatto e di prospettiva”.
Il presidente Rossi ha infine ricordato il sommozzatore filippino trovato morto ieri al Giglio. “Una morte non legata alle attività del cantiere, ma a lui va il nostro pensiero per un lavoro duro e rischioso svolto lontano dalla propria casa e dai propri affetti, condiviso con centinaia di tecnici e operai impegnati al Giglio cui va la nostra gratitudine.