di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Questo è il 70esimo anno dall’inizio della Resistenza, che iniziò l’8 settembre del ’43, allora erano forti i valori dei combattenti della libertà, i caduti di Cefalonia, gli internati nei campi tedeschi, ed oggi è giunto il momento di riprendere la marcia per ricordare quei valori» Nello Bracalari, presidente dell’Anpi provinciale, punta molto sulle nuove generazioni, ricorda «il grande impegno dei giovani antifascisti» e sottolinea come oggi ci sia «nuovamente bisogno del nostro massimo impegno per superare la crisi morale che sta vivendo la politica e il paese. Durante le celebrazioni di Maiano Lavacchio – ricorda Bracalari – rivolgendomi ai giovani citai Gramsci, con l’invito ad essere più istruiti, a prepararsi per meglio interagire con la società, preferendo sempre la conoscenza diretta delle cose. Aldo Moro dice va che “se nell’atto di costruire insieme una casa non troviamo un punto di contatto la nostra impresa è già fallita”. Così si può salvare l’Italia, con spirito di servizio: protestare è giusto ma non basta, dobbiamo costruire una nuova stagione costituente, e l’Anpi ci sarà».
«L’esempio più bello – fa notare il presidente della provincia Leonardo Marras – è quello di questi ragazzi che hanno deciso di indossare gli articoli della costituzione, la costituzione da considerare ancora come un àncora a fondamento della nostra società, solido fondamento per il nostro futuro». «La Festa della Liberazione è la nostra festa nazionale che celebra la ritrovata libertà dall’oppressione – afferma il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi -. E’ la festa di tutti perché nessuno può rimpiangere una qualunque dittatura. Quest’anno è anche la festa che ci garantisce l’opportunità di una riflessione sul nostro futuro. Se vogliamo ritrovarci dobbiamo invece ripartire proprio da quel sistema di regole, diritti e doveri che sono e che devono essere il faro della convivenza per tutta la nostra comunità. Oggi il nostro Paese è messo davanti ad una grande prova di maturità. Potrà superarla solamente ispirandosi ai principi democratici e repubblicani su cui è incardinato, che non sono affatto invecchiati». Il rammarico di Bonifazi è che ancora troppa gente senta il 25 aprile come una festa di parte «per questo stiamo coinvolgendo i giovani così da allargare la riflessione su quei valori che hanno fondato la nostra Repubblica».
E proprio per coinvolgere i giovani a tenere l’orazione per la festa della liberazione è stato un ragazzo, Leonardo Cacialli, che ha partecipato all’ultimo viaggio del treno della memoria: «Questa esperienza non può non toccare – ha affermato con la voce rotta dall’emozione – se non ci sei stato non puoi capire. Io ora sono un testimone indiretto di quell’orrore, dall’Italia sono partiti tanti Ebrei, e molti non sono tornati. Dobbiamo renderci conto – ha concluso – che anche se l’Italia è un paese libero la lotta non è finita, perché il razzismo esiste ancora» «Nominare il fascismo sembra essere diventato una stravaganza» gli fa eco Simone Duranti, docente presso l’istituto Sant’Anna. E Nello Bracalari pensando alla situazione di crisi che sta attraversando l’Italia ha concluso, assieme ad un altro partigiano: «Noi siamo la generazione che ha vissuto la resistenza, e siamo convinti che ce la faremo, se tutti ci impegneremo».
(per ingrandire cliccare sulle foto)
[gallery link=”file” order=”DESC” columns=”4″ orderby=”rand”]