GROSSETO – Sarà celebrata venerdì 26 aprile la commemorazione delle vittime della strage di Pasquetta. Una giornata dedicata al ricordo dei 134 grossetani, molti dei quali bambini, che proprio in quel giorno del 1943 morirono sotto le bombe delle forze alleate, mentre giocavano nel luna park allestito in piazza De Maria (nella foto a fianco bombardamento su Grosseto, 1943. Fonte facebook). Per non dimenticare quell’eccidio che è ancora scolpito nelle mente di molti cittadini, venerdì alle 9.30 sarà celebrata una messa in suffragio dei caduti civili di guerra nella basilica del Sacro Cuore, con Guglielmo Borghetti, amministratore apostolico della diocesi di Grosseto. Saranno presenti il sindaco Emilio Bonifazi e Giuseppe Checcaglini, presidente provinciale dell’associazione Vittime civili di guerra onlus, che con il Comune ha promosso le iniziative del 26 aprile. Alle 10.30 si svolgerà poi la cerimonia d’intitolazione di un’area destinata al verde pubblico “Ai caduti durante il bombardamento angloamericano a Grosseto, lunedì di Pasqua 26/041943”; si tratta dell’area sotto al bastione Cittadella, compresa tra il Campo Amiata e il Vallo degli arcieri. Seguirà alle 11 la deposizione di una corona d’alloro al monumento alle vittime civili di guerra vicino al parco giochi di via Ximenes.
«Molti grossetani ricordano, con il dolore di chi ne è stato testimone, quel giorno di festa trasformato improvvisamente in uno dei giorni più luttuosi per la nostra città – dice il sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi – e il nostro impegno è quello di tenere vivo questo ricordo. Da un lato, infatti, lo consideriamo un doveroso omaggio a quanti hanno perso la vita in un modo così inaspettato e atroce; dall’altro vogliamo che non sia mai sbiadita l’immagine delle tante efferatezze legate alla guerra, con l’enorme carico di sofferenze che ha segnato per sempre la vita di moltissime famiglie. Non dimenticare: questo è il monito che dovremmo fare nostro, sempre. Non dimenticare per non rischiare di dover, di nuovo, raccontare eventi tragici come questo. E per fare tesoro dei grandi valori come il dialogo e la comprensione, la condivisione e il confronto a volte anche acceso, ma pur sempre improntato sulla tolleranza e sul rispetto dell’altro e degli altri».