di Lorenzo Falconi
GROSSETO – L’uomo più atteso, ovvero Andrea Barontini, non si è presentato. All’incontro in Provincia, fissato tra istituzioni, sindacati e proprietà, sulla crisi economica dell’azienda di abbigliamento Mabro, c’erano comunque i rappresentanti dell’imprenditore pratese. Troppo poco per i lavoratori della Mabro che, in un clima di crescente esasperazione, pretendevano che Barontini ci mettesse la faccia in prima persona. Così non è stato, per un atteggiamento giudicato irrispettoso che ha alimentato la protesta dei dipendenti. Più volte è stato ribadito il no nei confronti dell’imprenditore pratese da parte dei lavoratori della Mabro, contrariati anche dalle numerose mensilità non retribuite. Meglio andare avanti senza di lui, anche se il futuro appare piuttosto incerto e assai delicato.
A palazzo Aldobrandeschi, sede dell’incontro, invece, c’erano due proposte sul tavolo da valutare: la Prodi-bis, cioè l’amministrazione straordinaria dell’azienda, fortemente richiesta dai sindacati e dai lavoratori e il concordato in bianco, scelta caldeggiata dalla proprietà. La situazione non si è sbloccata, ma la richiesta da parte delle Rsu è piuttosto chiara: il saldo sulla mensilità di dicembre, più il pagamento degli arretrati su gennaio e febbraio per far ripartire la produzione, oltre all’immediata attivazione della Prodi-bis. In pratica potrebbe crearsi una sorta di braccio di ferro tra le due parti, con le Rsu che sono apparse piuttosto irremovibili. In ogni caso, le mosse del futuro verranno discusse questo pomeriggio nell’assemblea dei lavoratori, in un incontro tra i dipendenti che si presenta complicato, quanto drammatico, per le sorti dell’azienda.