di Barbara Farnetani
GROSSETO – Un percorso da fare in bicicletta attraverso le tappe che portarono all’eccidio di Maiano Lavacchio. La strada e i campi, quegli stessi che fece e attraversò il parroco che andò a recuperare i corpi senza vita dei Martiri d’Istia. “Pedalare, Resistere, Pedalare! Percorsi di Liberazione”: è questa una delle novità della 15esima edizione del festival Resistente che anche quest’anno si svolgerà al Cassero senese, dal 25 al 28 aprile.
Quattro giorni per ascoltare musica, per ballare, per assistere a messe in scena teatrali, per assaggiare e degustare, ma anche per ascoltare la voce di chi quegli anni li ha vissuti in prima persona. Sarà Marcello Masini, il partigiano Catullo, a raccontare la vita di chi ha resistito sino alla fine, sino all’ultimo, a rischio della propria vita «È colui che ha ispirato il titolo di un celebre libro “Io sono l’ultimo” – racconta Carlo De Martis (nella foto sopra), presidente circolo Arci associazione festival Resistente – perché quando andava nelle scuole diceva proprio così, e i ragazzi ascoltavano subito con più interesse le storie che aveva da raccontare e che sennò si sarebbero perse. Il senso del festival – prosegue De Martis – è la rievocazione, far conoscere la storia della resistenza, la lotta di liberazione e far comprendere quanto sia attuale e di utilità. Così che certi valori e riferimenti facciano da faro ai più giovani».
Il festival, che quest’anno ha ricevuto l’alto patronato della presidenza della Repubblica, si rivolge un po’ a tutti i target d’eta, ma l’intento primario è rivolgersi ai giovani «che hanno bisogno di sapere quale poteva essere allora, e magari anche ora, la strada buona. Senza voler cambiare il mondo ricordare può aiutare». Il titolo e il tema dell’edizione 2013 è stato scelto dalla Rete degli studenti medi, che collabora da tempo all’organizzazione del festival. Hanno scelto un verso del brano di una celebre canzone di Guccini dedicata a Silvia Baraldini “Sempre l’ignoranza fa paura e il silenzio è uguale a morte”. «Un concetto attuale – precisa De Martis – i fascismi si ono sempre nutriti di ignoranza, paura e sottomissione. La conoscenza, per poter sviluppare una coscienza critica deve essere a tutto tondo e non venire solo dalla rete. Resistere dunque non solo contro un nemico vestito di nero e col fucile in mano, ma con la conoscenza, il coraggio e la dignità».
De Martis ricorda l’appuntamento forse più importante, quello del 27 con il partigiano Catullo «i ragazzi si trovano davanti persone vere, che hanno fatto la Storia con la S maiuscola. Una storia che non è poi così lontana e remota. Questi incontri ti impongono una responsabilizzazione, se ti convinci che quelli proposti sono riferimenti giusti è importante praticare la resistenza».
Il 25 il festival inizia con la partecipazione alle commemorazioni ufficiali, poi il pranzo al cassero, all’aperto e le conversazioni sulla resistenza. Il pomeriggio sarà la volta della performance teatrale degli alunni della scuola elementare di via Monte bianco che, con il Teatro studio, metteranno in scena il racconto “il bambino con il pigiama a righe”. La sera si chiuderà con i canti popolari perché per questi quattro giorni di festa il Cassero resterà sempre aperto, da mattina a sera.
L’ultimo giorno poi, come anticipato, il percorso in bicicletta, 36 chilometri per ricordare i Martiri d’Istia «Siamo stati noi a ricordarli, erano stati quasi dimenticati negli anni considerati morti di serie B perché non erano partigiani ed erano anche renitenti alla leva, ma noi abbiamo letto la vicenda in un’ottica nuova: erano ragazzi che non volevano fare la guerra, in una sorta di pacifismo che precorreva i tempi, una resistenza passiva» ricorda De Martis che sulla “sbiciclettata” punta molto e spera che divenga un appuntamento fisso.
Questo il percorso:
ore 8.30: ritrovo e iscrizione presso il Cassero Senese (Mura medicee di Grosseto)
ore 9.00 trasferimento in bicicletta a Istia d’Ombrone (punto d’arrivo Piazza della Chiesa) da dove, dopo una breve presentazione, inizierà il percorso storico che porterà i partecipanti sulla collina di Maiano Lavacchio (arrivo previsto ore 11.00).
ore 11.00 (Maiano Lavacchio): ’22 marzo 1944. Meditate che questo è stato’ – Reading a cura dell’ISGREC con Enrica Pistolesi (Teatro Studio), Luca Bonelli e la chitarra di Michele Lipparini, scelta dei testi Marco Grilli
Il rientro in città sarà compiuto utilizzando strade secondarie che lambiscono la macchia di Montebottigli, luogo ancora oggi impervio e solitario che accolse, nei giorni della guerra di Liberazione, numerosi rifugiati tra cui gli undici ‘Martiri d’Istia’.
Dati del percorso: Km totali 36 di cui circa il 5% su strada a fondo sterrato, dislivello 320 mt, bici consigliata mtb/city bike, itinerario medio facile, richiede comunque un minimo di allenamento e spirito di adattamento.
Accompagnamento con Guida autorizzata.
Da Maiano Lavacchio a Grosseto possibilità di itinerario che ripercorre sentieri e stradelli che si addentrano nella macchia di Montebottigli. La lunghezza sale a 42 km e il dislivello a 561 mt. Itinerario impegnativo riservato a mtb, per il fondo e il dislivello richiede un discreto allenamento e padronanza della bici.
Info e iscrizioni 329/2157746.
(www.festivalresistente.it; www.isgrec.it; www.grossetociclabile.it; www.fiab-onlus.it; www.uisp.it; www.teatrostudio.it)