di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Strappate l’intera pagina, mi avete sentito? Coraggio, strappatela, anzi, è meglio che strappiate tutta l’introduzione» Così il professor Keating, l’insegnante interperato da Robin Williams nell’Attimo fuggente, invita i propri studenti a disfarsi dell’introduzione di un libro che vuole ingabbiare la poesia con schemi e misure. Con la citazione di quello che è il prototipo di insegnante sognato da tutti gli studenti, si è aperto il secondo incontro voluto dalla Banca della Maremma sul tema “Buoni maestri”. «Questi incontri – ha spiegato il coordinatore Simone Gesi – nascono dallo spirito di collaborazione tra istituzioni e banca. Si vuole parlare di storie di buoni maestri, un incontro al mese, per discutere di apprendimento» (nella foto: Fabio Becherini, Simone Gesi, Federico Batini, Paola Brunello).
Dall’Attimo fuggente a Pennac, questo il filo conduttore seguito da Federico Batini, ricercatore di pedagogia sperimentale dell’Università degli studi di Perugia. «Questo è un film che ci ha accompagnato tutti – ha sottolineato Fabio Becherini, vice direttore della Banca della Maremma, riferendosi all’Attimo fuggente – un film che ha accompagnato e cambiato l’adolescenza di molti di noi». «L’attimo fuggente – gli fa eco Batini – è stato il film di rottura per un’intera generazione». Ma non c’è solo il professor Keating tra i buoni maetri di cinema e letteratura: Batini cita Fabio Geda, con il suo libro “La bellezza nonostante” storia di un maestro in un carcere minorile, e poi, dello stesso autore, “Nel mare ci sono i coccodrilli” storia vera di un ragazzino Afghano e dei valori e degli insegnamenti di vita, unico testamento di una madre che non vedrà più.
I buoni maestri sono questi, quelli che non sanno insegnare solo le materie scolastiche, ma che si fanno faro nella notte che vive ogni adolescente. Quelli che sanno indicarti la strada da percorrere per quando non ci saranno, i buoni maestri sono come l’insegnante di greco di Erri de Luca nel racconto “Il pannello”. Un uomo che amava la scuola e i ragazzi a cui insegnava sopra ogni cosa, quei ragazzi che ancora non avevano trovato la propria strada in «un’età costretta ad essere seme delle successive», per poi giungere al “Diario di scuola” di Pennac.
«In Italia – afferma Batini – i dati parlano di un abbandono scolastico pari al 17,6% contro una media europea del 12,7%. Con la crisi la media è scesa ulteriormente. Siamo all’ultimo posto per numero di laureati. Negli ultimi dieci anni si è lavorato per distruggere l’idea stessa di apprendimento. In Italia sembriamo ignorare quanto sia stretta la relazione tra sviluppo economico e istruzione. Una relazione tanto stretta che è l’Ocse a vagliare i dati in questo settore. Con la crisi in Germania e Stati Uniti si è deciso di investire in istruzione a differenza che in Italia». L’apprendimento, l’istruzione, è fondamentale, lo sa ogni buon maestro che conosce bene il modo di «accendere nei ragazzi la voglia di conoscere che sta dentro ogniuno di loro»
Per saperne di più o conoscere il cartellone degli incontri: www.bancamaremma.it/