di Barbara Farnetani
FOLLONICA – «Andiamo, partiamo per un viaggio» È partita così l’avventura dei due adolescenti che per due giorni si sono allontanati da casa per concedersi una “gita” nella capitale. Il tutto era iniziato facendo salino a scuola. I due fidanzatini, 15 e 14 anni, avevano girellato per un paio d’ore, poi lei aveva lanciato l’idea. Lui aveva tergiversato e infine aveva acconsentito. Con il treno da Follonica erano partiti alla volta di Roma cambiando a Grosseto e Orbetello. In serata erano arrivati nella capitale, avevano passeggiato per il centro mangiando biscotti (non avevano molto denaro dietro) trascorrendo la notte in un parco giochi vicino al Colosseo.
La mattina dopo avevano preso il sole in un parco nel pomeriggio, poi, da parte del ragazzo, erano arrivati i primi segni di cedimento. Aveva risposto ad un sms del padre, rassicurandolo sul fatto di stare bene. Nel frattempo il padre, giunto a Roma, continuava le ricerche anche su indicazione dei carabinieri che “seguivano” e localizzavano i ragazzini ogniqualvolta i due accendevano il cellulare. Nel tardo pomeriggio lui decide di contattare uno zio che abita in Puglia e con cui ha un rapporto particolarmente stretto. L’uomo parte e arriva a Roma alle 3 di notte, incontra i ragazzi in piazza di Spagna, li carica in auto e li accompagna ad incontrare il padre che li aspettava con i carabinieri.
In mattinata i ragazzi sono giunti a Follonica dove hanno raccontato la loro avventura romana ai carabinieri. Il ragazzo è apparso quello più pentito, la giovane invece è sembrata più sicura di sé.