ORBETELLO – «Prendiamo atto che la Regione Toscana ha scelto il “tracciato blu” del Corridoio tirrenico che affianca la Statale Aurelia e la ferrovia, ma continuiamo a ritenere che sarebbe stato di gran lunga meno impattante il tracciato retrocollinare, alle spalle del massiccio calcareo. Evidentemente è più semplice realizzare la metropolitana a Roma, che un pezzo di autostrada nella zona di Orbetello Scalo-Capalbio. Toppe emergenze archeologiche di rilievo culturale». È il primo commento del presidente della Provincia, Leonardo Marras, alla notizia del via libera della Giunta regionale al tracciato costiero parallelo a ferrovia e Aurelia del Corridoio tirrenico.
«Rimane il rammarico forte per essere stati chiamati ad esprimere un parere, che poi di fatto è stato considerato solo una formalità. Ma soprattutto rimangono fortissime perplessità su alcune questioni di fondo, che rendono incongruo il tracciato scelto dalla Giunta regionale. Il recente provvedimento del Cipe non dà certezze sull’esenzione dal pedaggio. Cosa che, se non si verificasse, in assenza delle complanari all’Autostrada, renderà “infernale” la mobilità sulla viabilità secondaria tra Fonteblanda e Ansedonia. Il cosiddetto progetto definitivo approvato dal Cipe, definitivo proprio non è. E rinvia a successivi approfondimenti. Il tracciato “blu” corre parallelo ad Aurelia e ferrovia all’interno di una fascia di territorio molto stretta, a ridosso della costa e della laguna, in zone fortemente antropizzate, interferendo pesantemente sul contesto urbano di Orbetello Scalo, Le Topaie, Campolungo, rientrando poi per mancanza di spazio sulla sede della vecchia Aurelia all’altezza di Orbetello scalo fino ad Ansedonia sud. Un tracciato che creerà enormi problemi dal punto di vista dell’assetto idrogeologico e della pressione del traffico sulla viabilità locale adiacente. Ciò che mi ha colpito molto in termini politici, è il linguaggio della delibera regionale. Dove si fa più di un riferimento alla tutela e salvaguardia di zone disabitate come la ex Sipe Nobel o aree di presunto interesse archeologico. Ma si constata una sostanziale sottovalutazione dei problemi che l’infrastruttura così concepita creerà in aree ad elevata concentrazione antropica, all’interno delle quali si sviluppano relazioni umane, sociali ed economiche di una fetta consistente della popolazione residente nella zona sud della nostra provincia».
Sconcertata si dice invece il sindaco di Orbetello Monica Paffetti. «Il presidente Rossi aveva sempre dichiarato, negli anni passati, che non avrebbe mai approvato un tracciato che andasse contro il volere dei territori, dei loro cittadini e degli enti locali che li rappresentano. È stato chiesto a questa amministrazione di esprimersi sulle varie proposte di corridoio tirrenico e nonostante l’articolato e strutturato parere contrario si è ugualmente proceduto nell’approvazione di quello stesso tracciato fortemente voluto da SAT. Vorremmo sottolineare che il progetto tirrenico, quello stesso progetto al quale ricordiamo la Regione ha dato parere positivo, anche e soprattutto in merito agli studi sul rischio idraulico è precedente alla tragica alluvione di San Martino, elemento questo che da solo avrebbe dovuto essere pregiudiziale all’ipotesi del tracciato blu».
«Vorremmo ricordare al presidente Rossi che quando si usano soldi pubblici per la messa in sicurezza del territorio – prosegue Paffetti -, questo va analizzato a 360° e che se è vero che una strada non risolve tutti i problemi del mondo, è anche vero che l’infrastruttura così come pensata da SAT e Regione determinerà una riduzione della ricchezza e, per noi, costerà più cara della mancanza dell’infrastruttura stessa. Se la Regione è d’accordo che la tutela del paesaggio non è messa in discussione dall’autostrada, perché allora si sceglie il tracciato blu, giustificandolo come quello meno impattante sull’ambiente? Avremmo piacere che si prendessero e si prendano in considerazione i cittadini, la loro vita, la loro esistenza, la loro salute e la loro opportunità lavorativa. Tale scelta è lontanissima dalla tutela dell’interesse pubblico e da parte nostra non l’accetteremo passivamente: siamo pronti a dare battaglia sotto tutti i fronti possibili e anche ricorrendo di nuovo al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR)».