di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Stanno tagliando un treno all’anno, questo atteggiamento ci ha stancato» È deciso Giacomo Gori (nella foto a destra) consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, che ha promosso la manifestazione che si è svolta questa mattina nel piazzale della stazione, a Grosseto, per dire no al taglio dei treni. «Vogliono smantellare l’unica infrastruttura sostenibile che abbiamo. Il treno per la Maremma è più importante dell’Aeroporto, è vitale, fondamentale, strategico, per la salvaguardia del territorio – prosegue Gori – e questo deve essere chiaro a chi governa. In questi ultimi due anni non è stata sostenuta una posizione forte. Noi abbiamo presentato anche una mozione in consiglio comunale, per tutta risposta il sindaco Bonifazi ha inviato un paio di lettere ma non servono».
«Puntare sulle rotaie è una linea di indirizzo che ci viene anche dall’Unione europea – sottolinea Gori – Trenitalia non vuole farlo per una questione economica, ma questo dimostra solo come le privatizzazioni abbiano fallito, a tutti i livelli. La società Trenitalia deve essere rimessa in discussione: tagliano i Frecciabianca ma noi non abbiamo il neppure il memorario per i pendolari e qui le responsabilità sono anche della regione, che ha riversato risorse su Pisa o Firenze lasciano per Grosseto solo le briciole»
«Se prosegue di questo fatto – aggiunge Miriam Croxatto dell’associazione consumatori e utenti – avremo una mobilità solo a pagamento, basta guardare le superstrade trasformate in autostrade, e niente treni, si investirà solo dove conviene».
E la manifestazione del Movimento 5 Stelle ha richiamato anche l’attenzione di parte delle istituzioni locali, il Comune, la Provincia, la Regione che hanno partecipato con propri rappresentanti, nonostante la parziale vittoria emersa dall’incontro di ieri a Livorno che ha consentito di salvare la corsa della mattina, quella di pendolari e studenti. «La risposta che è giunta non è stata completamente soddisfacente – ammette Fernando Pianigiani assessore provinciale alle infrastrutture -, ma è stata salvaguardata l’esigenza primaria, della mattina. La regione sta effettuando le necessarie verifiche del fattore economico, quando il prossimo anno ci sarà il rinnovo del contratto con Trenitalia abbiamo chiesto di tenere conto delle esigenze di Grosseto» «Si tratta di una risultato molto importante – gli fa eco il consigliere regionale Lucia Matergi – purtroppo questi Frecciabianca introdotti nel 2011 erano un sperimentazione e non rientrano nel budget finanziato dallo Stato, un accordo che scadrà nel 2014 e allora magari anche la situazione di Grosseto andrà inserita tra quelle da tutelare con delle clausole». Matergi ha poi parlato della proposta avanzata ieri a Livorno di creare dei coordinamenti provinciali: «Se pensano di fare cassa con Grosseto tanto vale chiudere – prosegue – è una provincia vasta e poco popolata. Sono comunque 113 i passeggeri che ogni giorno, esclusi gli abbonamenti, a Grosseto salgono su un treno a lunga percorrenza. Non sono poi così pochi»
«Almeno un treno per ora lo abbiamo mantenuto – aggiunge il presidente della Provincia Leonardo Marras – ma è evidente che non è finita qui. Il servizio deve e consentire di vivere a Grosseto e spostarsi per lavoro e studio, e questo diritto per una città di 100 mila abitanti, non può continuamente essere messo in discussione». Anche l’assessore alla viabilità del comune di Grosseto, Arsenio Carosi parla di un «giudizio meno ottimistico di come lo si presenta. Questa continua reiterazione dei tagli dimostra una scarsa attenzione sulle difficoltà legate alla viabilità che ha questo territorio. Le Ferrovie prendono il 70% del proprio bilancio dai contributi pubblici, per questo la discussione sociale non può venire in secondo ordine. Non si può fare un ragiuonamento solo economico, e soprattutto serve un nuovo sistema relazione per convincere le ferrovie alla concertazione. Basta con le decisioni unilaterali».