GROSSETO – «Da amministratore pubblico, da cittadino e da genitore provo una frustrazione profonda nel constatare la scandalosa situazione nella quale si sono trovati loro malgrado la preside, gli insegnanti e gli Ata dell’istituto Rosmini. Persone alle quali va la mia incondizionata solidarietà e comprensione». Così il presidente della Provincia Leonardo Marras interviene sulla vicvenda del sorteggio degli stipendi per i supplenti dell’Istituto Rosmini.
«Le scelte del governo Monti e del Miur, che si sono accodate a quelle già di per sé catastrofiche del governo Berlusconi, sono alla base di una situazione che non è più sostenibile e che reclama un cambio di passo deciso, a Roma come a Bruxelles – prosegue Marras -. Un Paese come il nostro, infatti, non può più continuare a permettersi débâcle di questo tipo, tanto più in un settore delicato e strategico come quello della pubblica istruzione. Al quale è affidato il futuro della nostra comunità nazionale. Quello che è avvenuto al Rosmini, e che si sta replicando in tante altre scuole d’Italia, d’altra parte, è uno dei molteplici sintomi di malessere della Pubblica amministrazione nel suo complesso, che è passata dallo stato di macchina inefficiente ad abbandonata a sé stessa. Le difficoltà enormi delle Autonomie locali a garantire servizi minimi ai cittadini, ma non è l’unico esempio calzante, sono l’altra faccia di questa poco gloriosa medaglia».
«Dicono che si debba toccare il fondo per poter iniziare a risalire – afferma ancora Marras -. Ecco, con questa vicenda devo dire che il fondo del barile è stato raschiato, e che è ora di fermare questa corsa insensata alla riduzione di risorse che né migliorano l’efficienza, né portano benefici di altra natura. Il rigore dei tagli lineari e le logiche ragionieristiche, stanno solo impoverendo questo Paese, aumentando la disoccupazione e alimentando la spirale recessiva. Sarà bene che Roma come a Bruxelles si rendano conto che le teorie neoliberiste del rigore monetario e finanziario non sono più accettabili, e che cambino registro prima che sia troppo tardi».