GROSSETO – La giornata di oggi dovrebbe porre fine allo stop che ha caratterizzato l’iter del decreto sullo sblocco dei pagamenti della Pubblica Amministrazione. Quasi 100 miliardi, a detta della Banca d’Italia, di cui il sistema delle imprese ha dovuto farsi carico e che, tra i suoi effetti, non ha avuto solo quello di costringere le imprese ad anticipare il costo delle opere realizzate, ma anche quello di bloccare gli impegni di spesa degli Enti soggetti alla disciplina del patto (sono oltre 25 milioni quelli ascrivibili al Comune di Grosseto) che rischiano di rinviare le procedure di appalto, contribuendo così, a ridurre ulteriormente il già modesto mercato. «Come se la situazione descritta non fosse già sufficientemente pregiudizievole – spiega Renzo Alessandri, direttore Cna Grosseto -, la vita delle imprese è stata ulteriormente complicata dalla disciplina introdotta nell’agosto dello scorso anno. La cosiddetta responsabilità solidale: quella che obbliga, il committente, alla corresponsabilità nel versamento dell’Iva e delle ritenute eventualmente non versate dai propri appaltatori o sub appaltatori».
Si tratta di nuovo adempimento che rallenta ulteriormente le procedure di pagamento in una fase in cui, la sopravvivenza delle imprese, dipende soprattutto dalla disponibilità di liquidità e di credito. «Ogni impresa in sostanza, per essere pagata, non dovrà solo dimostrare di aver eseguito correttamente l’opera affidata – osserva Alessandri -, dovrà anche dimostrare di aver pagato l’Iva e le ritenute relative a quel cantiere. Dovrà inoltre assicurarsi che i propri sub appaltatori abbiano fatto altrettanto».
In alternativa, le imprese possono sempre ricorrere all’autocertificazione che però può comportare oneri che possono raggiungere anche 5 mila euro annui. Al professionista che certifica il pagamento delle ritenute per i dipendenti, ad esempio, non basterà l’esame delle ricevute di versamento visto che dovrà certificare anche il corretto calcolo dei prospetti paga. «Tutto questo produce, ancora una volta, costi insostenibili per le imprese e soprattutto ingiustificati – conclude Alessandri -. Si continuano ad accollare alle aziende oneri e compiti di controllo che dovrebbero essere propri delle amministrazioni finanziarie e fiscali. E’ per questi motivi che la Cna ha chiesto al Governo di intervenire con urgenza per eliminare aggravi, difficoltà e ritardi che la norma, così come concepita, sta provocando».