di Lorenzo Falconi
GROSSETO – «Il 2012 è stato un anno tragico dal punto di vista umano, ma anche da quello economico». Il presidente della Camera di commercio Giovanni Lamioni non nasconde le difficoltà del consuntivo 2013 e delle previsioni per il 2013 fornendo un’analisi della congiuntura economica nella nostra provincia. Dati che presentano quasi sempre saldo negativo, ma che lasciano intravedere qualche speranza per il futuro anche se, come precisa subito Lamioni «il 2013 non avrà numeri molto diversi e ci sarà anche da scontare le ripercussioni legate all’alluvione del novembre scorso».
A dare fiducia, quindi, resta solamente il dato relativo agli investimenti che le aziende stanno mettendo in atto, con un +2,3% tra il 2011 e il 2012. «E’ la dimostrazione che c’è voglia di reagire – spiega Lamioni -, non è certo un dato banale». Puntualizzato questo aspetto, il presidente della Camera di commercio lancia un invito alla coesione e all’investimento sul territorio come rimedio a gran parte delle problematiche economiche che affliggono la Maremma. «Dobbiamo insistere – invita Lamioni -, sono profondamente convinto che investire sul nostro territorio valga la pena. Fossi un amministratore regionale non esiterei a puntare sulla Maremma, perché le opportunità che possiamo fornire non ci sono in altre parti della Toscana. A volte questo messaggio non viene colto. Invece dobbiamo insistere per un aeroporto il cui inutilizzo diventa delittuoso, per un’autostrada senza che il tracciato lo decidano gli altri, per un no deciso al taglio dei treni che passano sul nostro territorio».
Infine l’appello per il rilancio dell’economia maremmana: «Il territorio sta soffrendo per un 2012 drammatico, ma abbiamo il brand Maremma che ha un forte appeal, deve essere promosso con forza, perché rappresenta il nostro presente e il nostro futuro – dichiara Lamioni -. Veniamo da 10 anni in cui la Maremma ha corso a velocità superiore rispetto ad altre realtà della Toscana, l’invito è alla coesione, perché abbiamo le potenzialità per uscire dalla crisi».