di Daniele Reali
GAVORRANO – Anche il Comitato Gavorrano per Renzi scende in campo e lo fa a pochi giorni dalla presentazione della nuova alleanza di centrosnistra che vede già come protagonisti il Pd, Gavorrano Democrartica, Psi e Comunisti Italiani (nella foto da sinistra Daniele Tonini insieme a Matteo Renzi e Marco Simiani coordinatore provinciale dei comitati, e Nicola Danti coordinatore regionale).
Dopo la lunga cavalcata delle primarie il comitato Gavorrano per Renzi ha consilidato la sua presenza sul territorio e adesso apre alla possibilità di “dare una mano” al Pd. Un segnale non da poco visto che il coordinatore del comitato è Daniele Tonini, che all’inizio del 2012 lasciò con un po’ di clamore il partito che perse anche lo storico circolo di Casteani. Adesso è proprio da Casteani che arrivano i segnli più positivi da parte dei Renziani, che òì hanno sempre ottenuto percentuali bulgare in favore del sindaco di Firenze. E se non bastasse l’impegno di Tonini come firmatari dell’appello rivolto proprio al Pd, c’è anche Fabio Cheli, anche lui renziano, ma non uno qualunque. Cheli ricopre la carica di cooridnatore dell’alleanza borghiana, e questo fa capire che anche Fabio Cheli sia disponibile a lavorare per la soluzione del centrosnistra unito in contrapposizione invece con i fedelissimi che sono rimasti al fianco di Borghi e che non si presenteranno alle elezioni. Tra i firmatari dell’appello del comitato anche Alessio Signori: anche lui una volta con Borghi e adesso disponibile a lavorare insieme a Pd e alle altre forze di centrosinistra.
Un segnale di distensione quindi verso il Pd, ma anche di critica rispetto alla linea che il partito ha tenuto in passato sia a livello locale che nazionale. «Dal 2009 – scrivono i renziani – è successo di tutto e di più», ma nonostante questo «a giudicare i fatti nazionali e locali si può tranquillamente affermare che poco o niente è cambiato». «Il futuro del centrosnistra è Matteo Renzi e anche a livello locale è necessario un brusco, deciso e convinto cambiamento di rotta». «Ci hanno provato a rinnovare qualcosa, ed è stato messo in campo un ottimo strumento, come le primarie, ma è stato utilizzato nel modo sbagliato, dando vita a quello che possiamo definire un “rinnovamento controllato”». Insomma, dicono i renziani, «è arrivato il momento di considerare le varie posizioni, anche se di minoranza, come un prezioso arricchimento».
«Per riavvicinare – scrivono ancota i renziani – i cittadini alla politica dobbiamo uscire nelle piazze e tornare tra la gente, parlare con loro, ascoltarli e fare in modo che la politica diventi un fattore di unità sociale e non causa di divisioni e che venga percepita come una cosa bella, che faccia avvicinare e appassionare anche la gente che di politica non si è mai occupata. Apriamo le porte ai giovani di idee, a nuovi metodi di rapportarsi coi cittadini, a innovativi approcci rispetto alle problematiche economiche e sociali del territorio, uscendo dall’equazione: non ci sono soldi non si fa niente».
La disponibilità dei renziani ci sarà quindi, ma con la presa di coscienza da parte dei vertici del partito degli errori compiuti in passato. «Noi siamo disposti – spiegano i renziani – a dare un nostro propositivo contributo per colmare quella distanza che anche a livello locale c’è tra il partito con il suo apparato e i cittadini, obiettivo che accomuna i vari comitati di Renzi, purchè ci sia da parte della dirigenza una presa di coscienza sui passati errori e una disponibilità vera e sincera a mettere al centro dell’azione politica, i temi che da tempo, a tutti i livelli, poniamo come ormai irrinunciabili: andare oltre a ideologie ormai superate e imprimere quella svolta di cambiamento, nei metodi, nelle idee e nelle persone. Solo in questo modo anche a livello locale il Partito Democratico potrà ritornare ad avere il ruolo che gli spetta di collante di tutto il centrosinistra».
«A tutti i livelli, tocca al Partito Democratico il ruolo di timoniere, che con responsabilità deve farsi carico delle più urgenti istanze dei cittadini e dimostrare che è nato per unire e non per dividere; se saprà cogliere questa richiesta che proviene dai comitati renzi e dalla base, noi ci siamo e a quel punto non ci sarà grillo che tenga, anzi, che salti».
A firmare l’appello al Pd insieme a Daniele Tonini, Fabio Cheli e Alessio Signori anche
Letizia Borselli, Paolo Capanni, Cristiana Incagli, Alessandro Pasquini, Fabrizio Pasquini, Stefano Rizzi, Elio Rossini, Enzo Tonini, Fabrizio Tonini.