di Lorenzo Falconi
GROSSETO – La vicenda della ex Mabro, oggi Abbigliamento Grosseto, è approdata in consiglio comunale. A relazionare sulla situazione è stato l’assessore Emanuel Cerciello che ha illustrato il travagliato percorso dell’azienda, portando alla conoscenza di tutti i consiglieri gli ultimi sviluppi che interessano anche l’economia del territorio. «Seguo ormai la vicenda da 20 mesi – spiega l’assessore alle attività produttive -, anche se la crisi è in atto da circa 10 anni. C’è una forte preoccupazione su più fronti, soprattutto per il futuro dei 223 lavoratori che non ricevono stipendi da 4 mesi e per il contraccolpo sociale che nel nostro territorio non possiamo permetterci. Se prima la situazione era grave, adesso è diventata drammatica».
Nella sua relazione poi, Cerciello va giù duro nei confronti della proprietà e dell’imprenditore pratese Andrea Barontini: «A lui voglio dire che Grosseto non è Prato e che questo atteggiamento irresponsabile e irriguardoso verso la nostra città deve cessare immediatamente. Nelle ultime settimane ci siamo recati più volte a Firenze, per sederci al tavolo con Regione, Provincia, Rsu e sindacati. Barontini non ha mai fornito risposte alle semplici domande poste, come il fatturato 2012 e non ha mantenuto le promesse, lasciando i lavoratori senza stipendio per 4 mesi. Agli ultimi appuntamenti, invece, non si è neppure presentato. Segnale inequivocabile di scarso rispetto».
Molti gli aspetti che fanno crescere il disappunto, alimentano la crisi e accrescono la preoccupazione: «L’azienda deve dare risposte, sulla situazione debitoria, sul piano industriale mai presentato, sui rapporti con la Cina – incalza Cerciello -. Un’azienda che non paga gli stipendi ai dipendenti, non può aprire negozi in oriente, mentre i lavoratori di Abbigliamento Grosseto sono con le lacrime agli occhi perché non possono pagare le bollette. Occorre una presa di responsabilità da parte di Barontini, sui versamenti nelle casse previdenziali, sulla cessione del quinto degli stipendi da parte dei lavoratori nelle casse delle finanziarie, per poi accorgersi che ciò che è stato sottratto dalle buste paga non è stato versato, sugli affari saltati, all’ultimo momento e per cause sconosciute, con griffe di carattere internazionale».
Abbigliamento Grosseto è di fatto un’azienda in continua perdita e non in grado di uscire dalla crisi dentro la quale è piombata. Si calcola, infatti, che la perdita in fatto di produzione ammonti intorno ai 12 capi al giorno. Anche per questo motivo le istituzioni spingono in un’unica direzione nel tentativo di trovare una soluzione: «L’alternativa al caos sociale è il ricorso alla procedura di amministrazione straordinaria, la così detta Prodi-bis – osserva Cerciello -. Barontini deve prendere fortemente in considerazione questa procedura che è quella più indolore per la città e per i lavoratori. Non abbiamo i numeri effettivi in mano per sapere se la manovra è possibile, ma i presupposti ci sono tutti. Il prossimo appuntamento in Regione è fissato per il 5 aprile – conclude Cerciello -, mi auguro fortemente che la proprietà, o un suo rappresentante sia presente al tavolo».