GROSSETO – Le associazioni di categoria Cia, Coldiretti e Confagricoltura, manifestano stupore per le durissime critiche mosse dalla Lega antivivisezione all’attività pastorale, in seguito ad un episodio che nulla ha a che vedere con l’agricoltura. «Le modalità dell’uccisione, senza dubbio censurabile, di un predatore a Roccalbegna, non possono costituire motivo per criminalizzare un’attività millenaria, connaturata con la stessa struttura e complessità sociale dell’uomo – scrivono in un comunicato congiunto -. Non a caso, l’attività della pastorizia, trova ampio riscontro nella tradizione religiosa dei popoli, così come nell’arte e nella letteratura. Per non parlare dell’indubbio valore ambientale , grazie alla quale il territorio viene manutenuto e presidiato, così da prevenire disastri naturali che avrebbero conseguenze ben peggiori di un avventato atto di bracconaggio. Che taluni decidano, secondando la propria filosofia di vita, di rinunciare all’alimentazione animale, ci pare assolutamente accettabile e condivisibile. Quello che pare incomprensibile è la demonizzazione di chi la pensa diversamente».
«Cia, Coldiretti e Confagricoltura, con i loro associati, sono ben consapevoli della necessità di trovare il giusto equilibrio tra agricoltura e benessere animale – precisano ancora le associazioni di categoria -. Riservandosi di tutelare in ogni sede il buon nome e gli interessi dei loro associati, non possono fare a meno di notare come talvolta chi veda tutto il male negli altri in realtà odi se stesso».