VALPIANA – Un anno fa più di 700 persone hanno visitato e scoperto le antiche Ferriere di Valpiana. Un’esperienza molto significativa, quella condotta in occasione della Giornata di primavera del FAI, che ha coinvolto abitanti, volontari e operai dell’ente montano a operare una sorta di nuovo scavo dei beni materiali e immateriali, dell’antico sistema delle Ferriere che per 500 anni ha rappresentato la più importante industria siderurgica del Granducato di Toscana. Una testimonianza unica in Europa, un piccolo gioiello urbano – industriale per fortuna ancora intatto, che rappresenta una risorsa preziosa per il futuro di Valpiana.
«Sull’onda della grande partecipazione, l’amministrazione Comunale, al fine di promuovere una politica per la tutela e la valorizzazione delle Ferriere – scrivono Diego Accardo, Giorgio Petri, Marco Marchetti e Sandro Petri del Laboratorio Paesaggio Bene Comune –, aveva avviato un tavolo di confronto tra studiosi, associazioni e imprenditori alla ricerca di un nuovo modello per la gestione dei beni culturali di Valpiana. Poi, con il passare dei mesi, affievolita la spinta propulsiva e innovatrice della “Giornata di Primavera” quel processo si è rallentato fino arrestarsi».
«Intanto, nei giorni dell’alluvione il patrimonio archeologico di Valpiana subiva altri crolli, e come un merletto che si sfila a ogni pietra che cade, si è giunti al rischio di cedimento strutturale dei possenti archi che per miracolo reggono ancora i monumentali edifici. E questo stato di cose, dovrebbe toccare la coscienza di ognuno e richiamare tutti al senso di responsabilità.
Recetemente, in due importanti convegni: uno del club Unesco Maremma, in cui è stata presentata anche l’esperienza di Valpiana, e l’altro della Provincia sulla pianificazione territoriale, è stato posto al centro del dibattito la necessità di attuare nuove strategie per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici.
Per il sistema Colline Metallifere, questo implica una forte rivalutazione del rapporto tra costa e aree dello spopolamento collinare, e di conseguenza la necessità di avviare una pianificazione di area vasta per un governo del territorio integrato. In quest’ottica, di fronte a uno scenario molto incerto sul ruolo futuro delle Provincie, un compito importante per rivalorizzare il territorio può essere assunto anche dal Parco delle Colline Metallifere. Perchè, solo relazionando il sistema Valpiana al Golfo di Follonica e all’entroterra collinare passando per il costituendo Polo scientifico di Niccioleta, che possiamo sperare in una rinascita del nostro territorio.
Ma il passaggio decisivo di questo percorso deve essere dato dal crescente coinvolgimento delle Comunità Locali, che come è successo a Valpiana, partecipano attivamente e consapevolmente, all’individuazione dei propri valori patrimoniali, ricostruiscono i fili interrotti con il territorio, valorizzano identità, culture produttive e artistiche semisepolte, di cui prendersi cura come Beni Comuni.
Un anno fa con la “Giornata FAI di Primavera” un nuovo sentiero è stato aperto, ora bisogna trovare il coraggio di percorrerlo.