di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Correte, c’è uno armato che sta entrando in un appartamento» questa è la chiamata anonima che è giunta alla centrale operativa della Questura che, grazie all’art. 41 che per questo genere di reati non prevede la necessità di un mandato, ha inviato subito una delle sue volanti sul luogo. Quando gli agenti sono entrati, però, non hanno trovato armi, ma una vera e propria casa della droga. Lacci emostatici, cucchiai, bilancini di precisione, un coltello a serramanico. Tutto l’occorrente per l’uso di stupefacenti.
Quando i poliziotti sono entrati, gli occupanti della casa erano riusciti a disfarsi di parte della droga, che era stata molto probabilmente gettata nel water all’arrivo degli agenti e “mandata giù” con un secchio d’acqua che si trovava in bagno. Ma gli spacciatori si sono dimenticati, in una piccola scatolina di plastica proprio nel bagno, 16 grammi di eroina. Tanto è bastato per far scattare, per due cugini grossetani di 40 e 44 anni, l’accusa di detenzione ai fini di spaccio. I due avevano messo su una vera e propria casa della droga, dove era possibile acquistare la sostanza e iniettarsela immediatamente prima di rientrare a casa, come ha candidamente ammesso un cliente, un maremmano che si trovava nella casa dei due cugini al momento dell’irruzione.
Nell’abitazione gli uomini delle volanti hanno anche controllato un tunisino che stava dormendo su un divano e che è risultato privo di permesso di soggiorno. L’uomo è stato accompagnato in un centro di identificazione. I due cugini, entrambi con precedenti, sono stati arrestati. Il più grande, proprietario della casa, è stato trattenuto in carcere mentre l’altro, dopo la convalida, è stato rimesso in libertà. Nelle tasche del più giovane sono stati sequestrati oltre 4 mila euro in contanti, probabile provento dell’attività di spaccio.