di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Sarà un percorso molto articolato e ricco di insidie, ma intanto la fusione delle tre società partecipate del Comune di Grosseto, vale a dire San Lorenzo Servizi, Investia e Grosseto Parcheggi, subisce un’accelerata in consiglio comunale. Le linee di indirizzo contenute nella relazione denominata “studio preliminare per la riorganizzazione di alcune società partecipate”, vengono approvate dalla maggioranza, con l’astensione da parte dell’opposizione. «Un’astensione che è una sorta di apertura di credito – spiega Luca Agresti del Pdl -, per un lavoro che deve essere fatto non solo per risparmiare, ma anche per mantenere un livello qualitativo elevato dei servizi». Sulla stessa lunghezza d’onda Fabrizio Rossi, di Fratelli d’Italia «Oggi ci asteniamo su quelle che sono le linee guida di una multiservizi, è un tipo di lavoro che ci interessa in quanto rientrava anche nel nostro programma elettorale. Più avanti vedremo se le linee guida verrano rispettate». Di fatto, però, sono tante le questioni da focalizzare in una fusione di tre società partecipate che non appare così semplice e scontata da attuare. Sostanzialmente, in ogni caso, la linea tenuta dell’opposizione è meno dura e più aperta al dialogo rispetto alla questione delle farmacie. Mario Lolini, del Nuovo Polo per Grosseto si sofferma sulla figura dell’amministratore unico: «No a persona che venga dal mondo politico nel senso stretto, preferibile che provenga dal mondo operativo per una configurazione più corretta nell’ottica dei risparmi».
Per Roberto Panfi, del Pd, «L’atto politico serve a migliorare le società partecipate. Andare verso la figura dell’amministratore delegato unico è un segnale di praticità, risparmio, efficacia». Più incentrata al contesto occupazionale, la posizione di Giacomo Gori, del Movimento 5 Stelle: «In primis è opportuno salvaguardare i posti di lavoro. Con l’accorpamento ci troviamo circa 70 dipendenti in totale, per un’unica società partecipata che vedrà ridursi i suoi servizi del 70%. Questa scelta non va nella direzione giusta, perché non tutela i lavoratori». Più critica verso il sistema Cristina Citerni di Sel: «Le società partecipate, per come si sono determinate, sono in parte responsabili di un aggravarsi della situazione. Gli incarichi spesso servono a compensare qualche esclusione o qualche mancata elezione, altre volte servono a mantenere il consenso. Ora occorre fronteggiare una riduzione di spesa».