di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Verso la dismissione delle Farmacie Riunite Spa. Il Comune di Grosseto detiene il 51% delle quote dell’azienda, ma l’intenzione è quella di provvedere alla cessione. La necessità deriva dal fatto di dover reperire risorse. Per questo le linee di indirizzo votate in consiglio comunale dalla maggioranza, decretano la volontà di dismettere l’attività. Danno battaglia i consiglieri di minoranza che non accettano che si parli solo di “atti di indirizzo”, come più volte specificato, ma contestano la decisione di vendere. «Stiamo parlando di far cassa – spiega Giacomo Cerboni, capogruppo del Pdl -, ma questo non è il momento adatto per questo tipo di operazione. Se vendita deve essere, che almeno si faccia singolarmente, in modo da ottimizzare la rendita. Oltre a questo aspetto intravedo un pericolo economico e sociale in questa dismissione patrimoniale».
Una questione, quella della maggiore rendita possibile che diviene oggetto di un emendamento, successivamente approvato, presentato dal capogruppo del Psi Francesco Giorgi. Tra i vari punti presi in esame dall’emendamento, anche quello della tutela dei lavoratori, dato che sono 42 i posti di lavoro che interessano Farmacie Riunite Spa. Un provvedimento che in ogni caso non placa l’opposizione che torna alla carica. «L’impressione è che così facciamo i saldi – osserva Luigi Colomba del gruppo misto -, non c’è mercato e questo significa svendere. Con questo tipo di operazione si riduce il debito, è vero, ma si taglia anche il patrimonio». Per Mario Lolini del Nuovo Polo per Grosseto «è opportuno monetizzare dove facciamo meno male. Vendere le farmacie significa fare economia su una struttura che produce utili. Molto meglio cedere altri tipi di strutture, come le colonie San Rocco, o il campeggio».
Per Saimo Biliotti del Pd e presidente della II Commissione c’è una precisazione importante da fare, perché «il percorso resta sempre aperto e verrà condiviso in consiglio comunale. Non c’è nulla di deciso e la volontà è quella di andare a fondo su tutte le partecipate. Al momento però, mancano i numeri per fare certe valutazioni». C’è anche chi come Cristina Citerni, capogruppo di Sel trova «piuttosto chiaro il concetto relativo alla vendita che pone pochi dubbi sulla volontà di dismettere l’intero capitale sociale. Un concetto mascherato da atto di indirizzo». Un aspetto che spinge Giacomo Gori, capogruppo del Movimento 5 Stelle a «chiedere il ritiro della delibera, per far tornare successivamente la questione in consiglio comunale». Intanto, dopo una discussione fiume, viene il dato il via alla votazione. L’approvazione a maggioranza della delibera, segna il primo passo verso un profondo cambiamento che interesserà le farmacie comunali.