GROSSETO – «Impossibile che chi imbraccia un fucile, uccidendo animali selvatici per puro divertimento, possa “insegnare” ai bimbi il rispetto e l’amore per la natura e per gli animali selvatici». Questo il commento dell’ENPA in merito alla questione relativa ad Arcicaccia e al progetto di educazione ambientale che coinvolge gli alunni di alcune scuole medie di Gavorrano e Scarlino, in provincia di Grosseto.
«Il “professor cacciatore” assieme ai suoi “colleghi”, è colui che invade le nostre campagne, inquina il nostro territorio e rappresenta un serio pericolo per la tutela della pubblica incolumità. Inoltre, la figura del cacciatore, facilmente identificabile, con fucile in spalla, potrebbe esercitare un fascino sinistro e pericoloso sugli adolescenti e sui bambini, in particolare quelli coinvolti nel fenomeno del “bullismo” – prosegue Enpa -. Non bisogna dimenticare che gli “interessi” legati al mondo venatorio, come le immissioni, le uccisioni, il disturbo biologico e i ricorrenti “errori” di sparo, hanno contribuito alla grave crisi della biodiversità nel nostro territorio, per non parlare della vita dei molti cani da caccia abbandonati, maltrattati o reclusi per sette mesi – quelli in cui non si spara – in piccoli box, spesso con pochissimo cibo e in condizioni drammatiche».
«Ci chiediamo se e come tutto questo ATC e Arcicaccia lo esporranno ai ragazzi e come venga loro spiegato che le belle campagne e i boschi stupendi, a volte pieni di bossoli non raccolti dai cacciatori, possano essere frequentati e goduti tra uno sparo e l’altro con il rischio di vedere animali barbaramente uccisi o, in casi più drammatici, di rimanere vittime di incidenti. L’ENPA, quindi, considera questa scelta della dirigenza scolastica semplicemente pessima, e si augura che tutto questo non abbia comportato costi per l’amministrazione e per gli enti pubblici anche in rispetto della stragrande maggioranza della popolazione italiana che – conclude – è fortemente contraria alla caccia e non vorrebbe per suo figlio queste figure di riferimento».