di Lorenzo Falconi
FIRENZE – Un incontro durato 3 ore e mezza, ma che alla fine produce un nulla di fatto. Dal tavolo regionale però, emerge un dato nuovo, perché la proprietà di Abbigliamento Grosseto finisce alle strette, incalzata dalle istituzioni che chiedono risposte concrete e mettono uno stop alle perdite di tempo. L’imprenditore pratese Barontini, quindi, ottiene tempo fino a lunedì 18 marzo, quando in Regione si tornerà a parlare della vicenda Mabro a partire dalle 18:30. Il cerchio si stringe, così come il tempo. Sempre meno quello a disposizione della proprietà, alle prese con una crisi senza precedenti e con le mensilità arretrate di dicembre, gennaio e febbraio nei confronti di lavoratori sempre più spazientiti. Dall’incontro in Regione, a cui oltre a Barontini hanno partecipato l’assessore regionale Gianfranco Simoncini, il presidente della Provincia Leonardo Marras, l’assessore comunale Emanuel Cerciello, i sindacati e le Rsu, viene segnato un nuovo punto in favore dei lavoratori, esasperati da mesi di scarso lavoro e zero stipendi.
Non c’è però da essere felici, perché se Barontini finisce alle strette e viene incalzato nel dover dare risposte attraverso i fatti, al tempo stesso emerge palese una preoccupazione per il futuro e per i posti di lavoro. Anche per questo la richiesta delle Rsu va in una direzione significativa, ovvero l’attenta valutazione dei possibili ammortizzatori sociali. Intanto il tavolo di crisi che si è creato intorno alla Mabro, dà segnali di longevità, essendo attivo dal 2005. Una situazione che si trascina da molti anni con soluzioni che spesso sono sembrati più che altro espedienti, utili a prolungare l’agonia di un malato cronico. La storia non finisce, ma va certamente verso un possibile epilogo. Lunedì, sempre in Regione, sono attese le valutazioni di Barontini che avrà solamente un week-end a disposizione per produrre qualcosa di concreto da mettere sul tavolo, a cui sederanno, ancora una volta, anche istituzioni e sindacati.