FOLLONICA – Era stato Charlie Lynn a segnalare per primo le irregolarità del consiglio comunale del 5 marzo scorso e dopo la sua segnalazione anche il Popolo della Libertà è pronto a chiedere l’intervento del Prefetto per ristabilire chiarezze.
«Se le indiscrezioni apparse sulla stampa – scrive Simone Turini, capogruppo del Pdl – troveranno conferma quello che solo pochi giorni fa abbiamo definito il colpo di mano della maggioranza nella gestione cialtronesca e supponente dell’ultimo consiglio comunale, in realtà sarebbe l’ultimo atto che smaschera definitivamente il volto di una giunta e di una maggioranza consiliare che hanno perso qualsiasi credibilità e che si sono coperte di ridicolo e di fango».
In sostanza, spiega Tutrni, «il Pd non solo non ha mantenuto il numero dei presenti, cioè dieci, ma via via lo ha anche ridotto sino ad arrivare a non avere più il quorum necessario».
«Se, come sembra, il segretario comunale insiste nel voler sostenere che il numero legale previsto per il Consiglio in seconda convocazione, ovvero un terzo dei consiglieri, sia di 6 presenti anziché di 7 ritenendo pacifico escludere dal calcolo il sindaco sia nel computo del quorum necessario a dichiarare valida la seduta, che in quello necessario per approvare un atto deliberativo, saremmo di fronte ad irresponsabilità commista ad arroganza».
Con questi presupposti quinndi il Pdl «concorda con la proposta del gruppo Misto e farà di tutto per ripristinare la legalità delle sedute consiliari e far calare finalmente la maschera ad un sindaco che fin dal suo insediamento ha utilizzato, strapazzandola, la parola legalità».
«Se il sindaco fosse così interessata a tutelare la legalità non si renderebbe partecipe di atteggiamenti che feriscono istituzioni come il consiglio comunale».
«Ci appelliamo a tutti i consiglieri – conclude Turini – perché si sentano chiamati prima di tutto a salvare l’onorabilità del consiglio comunale piuttosto che le ragioni di parte e ci rivolgeremo al Prefetto affinchè si faccia garante del ripristino della legalità istituzionale».