di Barbara Farnetani
ALBERESE – Quando i carabinieri sono entrati in casa loro hanno trovato trovato due tranquilli 50enni, l’uomo era addirittura allettato con tanto di tubicini per l’ossigeno che a stento gli consentivano di parlare. Una situazione paradossale, visto che i due coniugi corrispondevano in tutto e per tutto a due delle tre persone che, solo due ore prima, avevano compiuto una rapina ai danni di una donna in località Sugherettaio, ad Alberese. Non solo, la targa della loro auto era quella che era stata vista fuggire dal luogo della rapina. Alla fine i due hanno ammesso le proprie responsabilità e l’uomo si è deciso ad alzarsi dal letto mettendo fine alla messinscena.
I fatti risalgono a ieri sera. L’uomo, 52 anni, era entrato nel camper che la vittima, 34 anni, aveva parcheggiato in un campo. Dietro di lui, con il volto travisato, un ragazzo di 23 anni con il volto travisato e armato di un coltello. I due si erano impossessati del camper della donna che avevano lasciato a piedi e lo avevano guidato per un centinaio di metri, sino a dove era parcheggiata un’auto guidata da una donna, la moglie di 53 anni. I due avevano lasciato il camper e rubato la borsetta della vittima. Poi erano fuggiti disfacendosi strada facendo degli effetti personali della donna e tenendo solo il denaro, 100 euro in tutto.
Quando i carabinieri di Alberese, assieme al Radiomobile di Grosseto, sono entrati in casa hanno trovato la situazione paradossale di un uomo allettato e quasi in fin di vita. Ma la messinscena è durata poco, e ben presto i militari sono risaliti anche al terzo complice, un vicino di casa di origine nomade.
I tre sono comparsi questa mattina davanti al giudice, per la coppia, incensurata, sono stati chiesti i termini a difesa e disposta la scarcerazione, mentre il giovane, che aveva a suo carico alcuni precedenti, è tutt’ora in carcere.