GROSSETO – Inizierà venerdi 15 marzo la decima edizione del festival chitarristico internazionale Palmiero Giannetti. Il festival, ormai consolidato negli anni, è organizzato dall’associazione Liveart sotto la direzione artistica del Maestro Fabio Montomoli: «quest’anno – afferma – celebriamo il decennale del festival e proprio per questo evento così importante abbiamo cercato di concentrare i nostri sforzi nella ricerca di artisti di alto livello internazionale». Aprirà il festival il DuoTango formato da Omar Cyrulnik (Argentina) e Giorgio Albiani (Italia). Il secondo concerto il 13 aprile vedrà di scena la cantante Sonnica Yepes (Spagna) e il chitarrista tedesco Thomas Hanz. Il 18 aprile si esibirà il chitarrista Croato Sasa Dejanovic per poi concludere il 20 aprile, unico concerto nella chiesa di San Pietro, con il duo dei fratelli Cuenca dalla Spagna.
Il primo appuntamento è per venerdi prossimo, alle 21.15, all’Archivio di Stato di Grosseto con il Duotango, “Storie di Italiani in viaggio, Roma Buenos Aires andata e ritorno”. «L’Argentina – affermano i due chitarristi – ha un cuore il cui sangue è italiano. È vero che molte sono le correnti migratorie che sono arrivate in queste terre verso fine del secolo XIX inizi del secolo XX, ma nessuna come quella italiana, ha dato a questo paese del Sudamerica così tanto chiaramente la sua impronta. Da sempre si dice che Buenos Aires è una città italiana che parla spagnolo, ed in effetti questo è vero, ma il “lunfardo” che è la lingua popolare che parla il porteno, abitante di Buenos Aires, è piena di parole italiane: un porteno non va a “trabajar” ma a “laburar”. Allo stesso modo il “tango”, la musica di Buenos Aires è piena di testi, storie, melodie, sensazioni che fanno parte della cultura italiana. Non è difficile immaginare quei primi italiani che alla ricerca del loro futuro, sono arrivati a queste terre sterili e distanti, vivendo la nostalgia della memoria della loro Genova, Puglia, Sicilia o Calabria, mentre ascoltavano gli accordi di una milonga, di un tango o la malinconia profonda di una zamba, accanto alle melodie tradizionali portate nella mente e nel cuore dalla loro terra. Possiamo oggi rivivere queste storie di viaggi, ricordi e speranze grazie alla magia del suono.»