GROSSETO – Qual è la condizione della donna nel terziario? Se lo chiede, il giorno dell’8 mazo, la Fisascat Cisl, soprattutto in un momento di forte crisi come quello che stiamo affrontando e che penalizza proprio il lavoro femminile. «C’è stato un aumento vertiginoso del ricorso alla cassa integrazione in molte realtà – afferma la Fisascat Cisl -, aziende piccole nelle quali la manodopera è prevalentemente femminile quali studi professionali, negozi, bar. Altrettanto spesso, unilateralmente, le controparti propongono tagli o riduzioni senza passare da accordi sindacali, con risultati peggiorativi delle condizioni economiche e di lavoro.»
«Altro settore dove si registrano continui tagli e riduzioni sia di orario che di personale è il comparto delle mense e delle imprese di pulizie – prosegue Cisl -. Questo settore, dove la quasi totalità dell’impiego è composto da donne, risente sistematicamente delle politiche di riduzione della spesa pubblica. Emblematico è il caso della CoopService, impresa di pulimento degli ospedali di Grosseto e provincia, che a fronte di una riduzione di appalto da parte dell’Asl n°9 ha subito chiesto una riduzione degli orari di lavoro alle proprie lavoratrici con conseguenze negative sia sui servizi di pulizia che sugli stipendi.»
«Nelle aziende del commercio e della grande distribuzione, le donne pagano il prezzo delle aperture selvaggie con orari massacranti fino a tarda sera, che non permettono una vera conciliazione tra i tempi di lavoro e quelli della vita. La Fisascat Grosseto da sempre si è schierata contro le aperture domenicali e da anni rivendica, anche in sedi istituzionali, il diritto di godere a pieno della famiglia.» «Se le aperture domenicali non possono essere evitate a causa delle liberalizzazioni del governo Monti – afferma Alessandro Gualtieri – noi chiediamo di adeguare i servizi pubblici alle esigenze delle lavoratrici domenicali, mettendole in condizione di poter usufruire di asilo nido e scuola materna anche la Domenica».
«La donna continua ad essere marginalizzata e sfruttata nei luoghi di lavoro, difficilmente le vengono affidati ruoli di responsabilità con inquadramenti di livello alto e viene assunta part-time con risultati peggiorativi delle condizioni economiche e pensionistiche rispetto all’uomo. Esistono anche esempi come Unicoop Tirreno dove è possibile trovare store manager donne – concludone Cisl -, anche se non in una percentuale a nostro avviso adeguata al ruolo che la donna riveste nella grande distribuzione.»