di Barbara Farnetani
BRACCAGNI – Si sono messi in fila già di mattina presto, molto prima che la Borsa mercato lavoro aprisse i battenti, forse pensando che essere primi avrebbe offerto maggiori possibilità, o che dimostrasse più attaccamento al lavoro. Si sono messi in fila, un lungo serpentone a gomito, che ha invaso il piazzale del centro fieristico del Madonnino. Tante persone, tante vite, tante famiglie appese alla speranza del posto di lavoro. «Almeno sei mesi – racconta un uomo che ha superato la cinquantina – mi accontento di qualunque cosa, dal guardiano all’autista, so fare anche un po’ di giardinaggio, nel tempo ho imparato a differenziare» racconta ironico. «È la mia prima esperienza – afferma una ragazza – due anni fa ho finito la scuola, poi ho fatto un po’ la baby sitter, e ora vorrei impiegare l’estate a lavorare per mettere da parte qualche soldino e partire. L’Italia non mi piace, voglio andare in Inghilterra, un paese giovane, dove c’è la meritocrazia»
Tante storie, giovanissimi, 30-40enni, gente ben oltre i 50. Italiani e stranieri, chi ha perso il lavoro, e chi da sempre opera nel settore turistico. Le speranze di tutti appese ad un filo. Chi ha un buon curriculum punta alle strutture più prestigiose, gli altri vanno un po’ alla rinfusa «Mi sto guardando intorno per vedere se c’è qualche faccia conosciuta tra i datori di lavoro – racconta un 40enne licenziato un anno fa – non ho esperienza ma sono una persona fidata chi mi conosce lo sa» «Avevamo una piccola attività e l’abbiamo chiusa – ricorda con rammarico una coppia – io sono brava a cucinare, lui sa stare in sala, abbiamo buone speranze. Certo non siamo più giovanissimi, ma l’esperienza conterà pure qualcosa» «Non ho mai fatto questo lavoro, ma conosco le lingue perché le ho studiate – racconta una giovane donna – spero di mettere a frutto questa mia abilità».
«Il problema – racconta un imprenditore – è che la maggior parte della gente manca di professionalità, vengono da altri lavori, da settori che nulla hanno a che vedere con il turismo, praticamente senza formazione e curriculum, e i giovani, quelli che escono dalle scuole, non conoscono le lingue, se non un’infarinatura scolastica che non serve a nulla. Magari sanno la grammatica, ma quando i clienti parlano non li capiscono.» Ma non tutti sono d’accordo: «Certo, per le strutture stellate serve professionalità – ammette un ristoratore -, ma ci sono anche lavori dove è meglio avere voglia di fare ed entusiasmo che non esperienza e magari poco interesse a lavorare». Lo scorso anno furono oltre 2.500 coloro che parteciparono alle due edizioni della Borsa lavoro dell’Ebtt, l’Ente bilaterale per il turismo toscano, e per quest’anno ci si aspettano numeri simili se non maggiori. La crisi ha aggravato la situazione, tanto che ci sono state richieste d’informazione da fuori provincia e persino da fuori regione. In palio ci sono 700 posti, alcuni a tre mesi, altri, quelli più ambiti, a sei mesi, e persino un paio di contratti a tempo indeterminato, il sogno di tutti.