di Daniele Reali
GROSSETO – Confronto sui temi dell’economia e non solo nell’incontro promosso dalla Confindustria di Grosseto che chiesto ai candidati maremmani un impegno concreto sulle proposte e sulle idee contenute nella “relazione Squinzi”. E proprio dal documento firmato dal presidente nazionale di Confindustria sulla crescita e sul futuro di un paese che ha bisogno delle sue imprese è partito il confronto tra i candidati al parlamento.
Presenti all’iniziativa Marco Simiani e Luca Sani per il Pd, Monica Faenzi per il Pdl, Gianluigi Ferrara dell’Udc, Gianluca Ferraro di Fare per Fermare il declino (nella foto tutti i candidati insieme al presidente di Confindustria Mario Salvestroni e al direttore Antonio Capone – Foto: Giacomo Aprili).
Ad introdurre gli interventi dei candidati il presidente di Confindustria Grosseto Mario Salvestroni. «In Italia c’è un fisco esagerato e il “Total Tax Rate”, cioè la pressione fiscale complessiva per le imprese è arrivata l 73% nel 2012. Così è impossibile andare avanti così come c’è necessità che sul fronte del credito gli istituti bancari siano più vicini alle imprese».
Per Monica Faenzi «la prima riforma da fare è quello dell’ordinamento dello Stato per poter snellire la burocrazia esistente». La “ricetta” che arriva dal Pdl è quella intanto di «ridurre fin da subito l’Irap e toglierla nell’arco di 5 anni».
Per Luca Sani invece nel nostro paese «c’è un eccessivo costo del lavoro e per questo è necessario spostare il carico fiscale dalle imprese e famiglie alle rendite da patrimonio». La proposta è quella di «aumentare le detrazioni sulla prima casa per l’Imu e parificare i beni strumentali delle imprese alla prima casa».
Gianluigi Ferrara ha messo in evidenza che «la politica ha reso le imprese non in grado di produrre e non ha rispettato le esigenze del mondo produttivo». Ha anche messo in evidenza come la sua esperienza e il fatto che venga dalla società civile siano caratteristiche da mettere a disposizione per la soluzione dei problemi.
Gianluca Ferraro ha confermato che il programma del movimento “Fare per fermare il declino” preveda tagli alle tasse sia per quanto riguarda le imprese che per le famiglie e i lavoratori. «C’è bisogno di intervenire per dare reddito a disponibile per far ripartire i consumi; la questione di ridurre la spesa infatti non è una questione di metodo, ma soltanto di volontà».