di Lorenzo Falconi
GROSSETO – C’è l’esposto presentato alla Procura della Repubblica da parte di Rifondazione Comunista. La situazione in atto tra Provincia di Grosseto, Ato 9, società Futura, relativa al trattamento dei rifiuti urbani in località Le Strillaie, non convince i vertici provinciali del partito che da tempo stanno monitorando e analizzando la situazione. «Abbiamo un piano interprovinciale dei rifiuti che va contro le aspettative europee in materia – spiega Lamberto Soldatini, responsabile sezione ambiente di Rifondazione Comunista -. Basti pensare che al livello dell’Ato 9, il progetto va in direzione opposta a quelli che sono gli obbiettivi da raggiungere, in quanto c’è ancora una raccolta indifferenziata elevata».
In pratica, secondo Rifondazione Comunista, tutto si originerebbe da valutazione errate contenute nel Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti, mentre «in definitiva, il Piano individuava in 91.460 tonnellate annue la quantità di rifiuti urbani indifferenziati che si sarebbero dovuti produrre nel 2006, mentre un attento esame della situazione avrebbe dovuto ipotizzare quantitativi di indifferenziata, disponibili per le Strillaie, decisamente inferiori». A questo ragionamento, si aggiunge il dato della convenzione per concessione di costruzione e gestione stipulata tra Ato 9 la società Unieco in cui: «Il concedente Ato 9, si impegna a conferire all’impianto rifiuti urbani indifferenziati, un “quantitativo complessivo di rifiuti nominale” di 118.972 tonnellate all’anno, al fine di ottenere sgravi sui costi dei rifiuti per i cittadini».
«Dai dati in nostro possesso – precisa Soldatini -, emerge chiaramente che per ottenere il conseguimento dei costi più favorevoli, l’Ato 9 dovrà conferire all’impianto delle Strillaie dalle 136.818 alle 142.766 tonnellate di rifiuti. Situazione non ipotizzabile e non conseguibile se si fossero fatte previsioni corrette e, comunque, non raggiungibile dovendosi rispettare la legge che impone una percentuale di raccolta differenziata del 65% per il 2012». Per di più c’è l’AIA (autorizzazione integrata ambientale) che fissa ulteriori paletti, in quanto «è stata concessa per una quantità di rifiuti ben definiti e non consente quindi all’impianto di trattare materiali al di sopra delle 120.384 tonnellate all’anno, rendendo inapplicabile la convenzione per la parte che consentirebbe sgravi dei costi». A questo si aggiunge l’atto di convenzione chiamato “addendum”, stipulato nel 2011, in cui «viene riconfermato che le quantità di rifiuti urbani totali da conferire all’impianto delle Strillaie dovranno essere di 118.972 tonnellate annue, con le indicazioni delle quantità minime (95.178 ton/anno) o massime (142.766 ton/anno) possibili, in contrasto quindi con l’AIA che prevede una quantità massima di rifiuti urbani di sole 120.384 tonnellate all’anno».
«E’ un contratto che definiamo capestro – dicono in conclusione da Rifondazione Comunista -, perché i cittadini non avranno mai agevolazioni. L’esposto si rende necessario in un momento in cui l’Europa ci chiede di aumentare in maniera importante la percentuale di raccolta differenziata, ma soprattutto di smettere di incenerire totalmente entro il 2020. Aspetti e misure che vanno in direzione opposta rispetto a quanto stabilito dal Piano Provinciale della Gestione dei Rifiuti».